Quasi paradossalmente le teorie dell’Antropocene stanno riportando l’attenzione sull’uomo, sulla sua “natura” e storia, sul suo rapporto con la terra che abita. Dopo un periodo di latitanza, ricompare l’indagine dell’antropologia filosofica con un’attenzione più o meno accentuata alle questioni poste dalle scienze e soprattutto dalla tecnica e dalla ragione digitale. Diventa indispensabile ancora una volta “definire” l’uomo, anche perché è in atto ma non del tutto decifrabile, una vera e propria “rivoluzione antropologica”. Con riferimento a questo duplice contesto i saggi qui raccolti, un mosaico incompleto, intendono riaffermare rispetto ai paradigmi naturalistici la singolarità umana sul filo del ricupero della dimensione simbolica nella sua più ampia articolazione e di una riflessione sul fatto primitivo del potere e delle sue molteplici esplicazioni. In ogni capitolo, specialmente in quelli dedicati al corpo, si pongono alcune premesse per un’apertura all’alterità e all’ulteriorità.
L’autore
Oreste Aime, docente di filosofia alla Facoltà Teologica di Torino, si occupa in particolare dei filoni fenomenologici ed ermeneutici della filosofia del Novecento. Tra le sue pubblicazioni, Senso e essere. La filosofia riflessiva di Paul Ricoeur (Assisi 2007); Il circolo e la dissonanza. Filosofia e religione nel Novecento, e oltre (Cantalupa 2010); Il senso e la forza. Saggi sulla filosofia di Paul Ricoeur (Cantalupa 2015); I camaleonti. Nuovi luoghi del potere (Bologna 2018).