La resurrezione oltre il buio e la confusione, di Rocco D’Ambrosio

Il Vangelo odierno: In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni»
(Lc 24, 35-48 – III Pasqua B).

Ai discepoli increduli Gesù dice: “Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. Sono tanti i passi evangelici che ci presentano Gesù obbediente a un “piano” del Padre, quasi a una “traccia” che Lui segue per portare a compimento l’opera che il Padre gli ha affidato. Qui ci interessa notare come, ciò che sconvolge i discepoli, è invece presentato da Gesù come una via obbligatoria: passione, morte e resurrezione. Di essa non si comprende un elemento se non si considerano gli altri, come non si può vivere un momento senza vivere gli altri. E’ così per Gesù. E’ così per noi? Diciamolo con un esempio: non è difficile pensare ai conflitti in Ucraina o Palestina e Israele, in questo momento storico, come momenti in cui si patisce e si soffre, si vive una sorta di Calvario esteso. Ma ci sarà per loro una resurrezione? E quando? E’ solo uno tra i tanti esempi… 

Quando penso a questa via di imitazione mi viene sempre in mente ciò che Blaise Pascal ha scritto: “Non soltanto conosciamo Dio unicamente per mezzo di Gesù Cristo, ma conosciamo noi stessi unicamente per mezzo di Gesù Cristo”. Il filosofo francese, da cristiano coerente, ha certamente ragione, ma non possiamo negare le difficoltà nel pensare la nostra vita come una via di passione, morte e resurrezione, alcune volte fisica, alcune spirituale, alcune volte entrambi.

La nostra difficoltà a comprendere è simile allo sconvolgimento e alla paura dei discepoli nel vedere il Risorto. Quante cose nella vita ci sconvolgono e ci fanno paura!? Di quante non ne comprendiamo il senso e la via!? Ad iniziare dalla guerre e dalle violenze sui piccoli, donne e indifesi…Spesso alcuni, un po’ credenti e un po’ pagani, parlano di “destino”, di arcani piani che si realizzano nella vita. E’ così? Non c’è nessun destino, nessun piano occulto, ma solo il volere di Dio, il suo piano, che, tra le difficoltà del mondo e le resistenze della nostra volontà, si realizza. 

“Bisogna che si compiono tutte le cose scritte”, dice Gesù. E dove sono scritte per noi? Certamente nella sua Parola, come nei tanti segni di presenza che Lui ci dona e dove ci indica la strada. Dalla sua Parola, dalla persona di Gesù, dai segni, a noi donati, dobbiamo imparare. Se impariamo, avremo meno paura e meno sconvolgimenti. E il Risorto non ci abbandonerà.  

Ritornando a Pascal, è il caso di citare il suo intero pensiero: “Non soltanto conosciamo Dio unicamente per mezzo di Gesù Cristo, ma conosciamo noi stessi unicamente per mezzo di Gesù Cristo. Noi non conosciamo la vita, la morte se non per mezzo di Gesù Cristo. Fuori di Gesù Cristo, non sappiamo cosa sia la nostra vita o la nostra morte, Dio e noi stessi. Per questo, senza la Scrittura che ha per oggetto solo Gesù Cristo, non conosciamo niente e non vediamo che nebbia e confusione nella natura di Dio e nella nostra natura” (fr. 548).

Rocco D’Ambrosio

[presbitero, docente di filosofia politica, Pontificia Università Gregoriana, Roma; presidente di Cercasi un fine APS]

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