La Cina adesso punta l’Onu, di Danilo Taino

Xi Jinping ha relegato Donald Trump in seconda pagina. Non succedeva da mesi e mesi che il presidente americano non fosse la notizia numero uno al mondo. Ma dove intende arrivare, il leader cinese, quando dice di volere creare un nuovo ordine internazionale diverso da quello egemonizzato finora dagli Stati Uniti, dall’Europa e dai loro alleati? Di solito fa seguire i fatti alle parole. Muscoli militari a parte, il trofeo che intende conquistare in tempi non lunghi si chiama Nazioni Unite. 
Certo, continuerà a sostenere una serie di forum assieme ai Paesi del Sud con al centro Pechino, svilupperà banche nuove per finanziare investimenti senza il disturbo di Washington, continuerà a tessere la rete della Nuova Via della Seta. Ma per stabilirsi al centro del mondo ha bisogno di prendersi l’Onu. Per ora.
 Sì, al momento le Nazioni Unite sono l’ombra di sé stesse, svuotate delle ambizioni che avevano quando furono fondate nel 1945 — per mantenere la pace — e sono bloccate rispetto ai primi decenni, quando il Consiglio di Sicurezza e i segretari generali seppero intervenire e aiutare a risolvere crisi anche molto serie. Oggi si teme che l’Onu si vada ulteriormente spegnendo e che lasci il mondo senza un’entità di mediazione riconosciuta da tutti. Il timore maggiore, però, dovrebbe forse riguardare le azioni della Repubblica Popolare Cinese per egemonizzarla, per imporre i suoi obiettivi a quell’organizzazione che era nata per unire il mondo, non per dividerlo. Da tempo, il Consiglio di Sicurezza è bloccato dai diritti di veto detenuti dai suoi cinque membri permanenti, Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia. E dal momento che non si vede come cambiare questa situazione stabilita alla fine della Seconda guerra mondiale, Xi punta a conquistare le altre parti dell’Onu: le sue agenzie operative e l’assemblea generale, che non ha poteri esecutivi ma influenza politica e dove votano 193 Paesi, in maggioranza del Sud del mondo, quelli che Pechino sta cercando di avere dalla sua parte.
Un primo test di questa strategia sarà proprio l’annuale assemblea generale che si terrà al Palazzo di Vetro dal 9 al 29 settembre. Assemblea in ghingheri perché celebrerà l’ottantesimo anniversario delle Nazioni Unite. Ma soprattutto rilevante perché tratterà la questione Israele-Palestina. Sarà un’occasione, per la Cina, di mettere in minoranza Washington e quei Paesi che intendono stare dalla parte d’Israele Netanyahu o non Netanyahu: la maggioranza sarà schierata contro Gerusalemme. Occasione anche per dividere gli occidentali tra quelli che chiedono da subito il riconoscimento di uno Stato di Palestina e quelli contrari. La guerra di Gaza e la condanna di Israele saranno l’opportunità di grande rilievo che Pechino non vuole perdere per sottolineare la caduta di egemonia dell’Occidente.
In questo passaggio, Xi e alleati non avranno l’opposizione del segretario generale delle Nazioni Unite. António Guterres è, sin dalle prime settimane successive all’aggressione di Hamas del 7 ottobre 2023, un avversario di fatto di Israele. E al summit tenuto a Tianjin il 31 agosto e il 1° settembre, il leader cinese non ha invitato solo Putin, Modi, Erdogan eccetera. Ha srotolato il tappeto rosso anche per i numeri uno di dieci organizzazioni internazionali, in testa proprio Guterres. Il quale, in un’intervista alla tv cinese, ha detto che le iniziative proposte dalla Cina «corrispondono alle realtà che il mondo affronta» e che Xi «è un uomo con una chiara visione strategica».
Per quel che riguarda le organizzazioni internazionali e le agenzie dell’Onu, già da anni la Cina punta a conquistarvi influenza, via via che gli Stati Uniti le snobbano. Mette suoi cittadini in posizione di leadership, manda funzionari a popolarle, le finanzia con contributi speciali. Fino agli Anni Novanta se n’è disinteressata ma poi ha conquistato i vertici della Fao, per un periodo ha guidato l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni e l’Organizzazione per lo sviluppo industriale dell’Onu. E punta da tempo all’importante World Intellectual Property Organization. Un ex dipendente delle Nazioni Unite ha denunciato che, nelle strutture che controlla, Pechino usa intimidire i difensori dei diritti umani, corrompe, modifica i rapporti a lei sgraditi. Il grande premio a cui la Cina punta è insomma quello di stabilire un’egemonia chiara nella galassia del Palazzo di Vetro, di trasformarla in un’entità antioccidentale e pro cinese, in attesa di quando anche il Consiglio di Sicurezza si potrà modificare.
Un secondo test ancora più importante per raggiungere i propri obiettivi Pechino lo affronterà nel 2026, quando si dovrà scegliere il nuovo segretario generale dell’Onu (Guterres scade a fine anno prossimo). Al momento, i candidati non ufficiali sono parecchi, in testa il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Rafael Grossi, che ha confermato il suo interesse. Altri nomi di cui si parla sono l’ex premier neozelandese Jacinda Ardern, la direttrice dell’Fmi Kristalina Georgieva e la presidente dell’assemblea Onu Maria Espinosa. Ma si aspetta Xi, il quale tiene le sue carte coperte: l’elezione del prossimo direttore generale potrà essere un passo non da poco nella lunga marcia per relegare Washington in seconda pagina anche in quel Palazzo che fu degli Stati Uniti.

corriere.it/opinioni/25_settembre_04/la-cina-adesso-punta-l-onu-1f7f05b7-6943-45fc-bda0-471b93050xlk.shtml?refresh_ce

PRESENTANDOCI

Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.


 

 

          Con il 5x1000 e il ricavato della vendita dei libri sosteniamo:

    scuole di formazione sociale e politica, 

    sito web e periodico di cultura e politica, 

    insegnamento dell’italiano per cittadini stranieri gruppo I Care, 

    la biblioteca “Bice Leddomade”,

    incontri, dibattiti…

 

          basta la tua firma 

          e il numero dell'associazione 

          

         91085390721 


         nel primo riquadro sul volontariato

___________________________________________________________________________

Ultimi Articoli

Contribuendo

Per sostenere le nostre attività, cioè le scuole di formazione sociale e politica, questo sito web e il periodico cartaceo di cultura e politica, l’insegnamento dell’italiano per cittadini stranieri, la biblioteca “Bice Leddomade” e le altre attività di formazione culturale e sociopolitica, ti invitiamo a:

  • Donare un sostegno economico attraverso un Bonifico Bancario Cercasi un Fine APS

IBAN IT26C0846941440000000019932 BCC Credito Cooperatvo oppure CCP 000091139550 intestato ad Associazione Cercasi un fine

  • Donare il tuo 5×1000: basta la tua firma e il numero dell’associazione 91085390721 nel primo riquadro (in alto a sinistra) dedicato al Terzo Settore – RUNTS. 
  • Predisporre un lascito nel tuo testamento: hai la possibilità di aiutarci nel futuro – nel rispetto della legge, senza escludere possibili soggetti legittimari – attraverso il dono di qualcosa a Cercasi un fine (come una somma di denaro, beni mobili o immobili, una polizza di vita). Il testamento è un atto semplice, libero, sempre revocabile. Con il tuo lascito sosterrai le nostre attività. 

Grazie per quello che farai per noi.

SORRIDENDO