Abbiamo bisogno di prospettive, di Roberto Musacchio

Ho letto il post di Matteo Renzi che riporta la sua intervista a Repubblica in cui critica l’accordo sui dazi e dice che ci sarebbe voluto a trattare uno come Draghi. Mi pare faccia il paio con quelli che dicono che per trattare meglio ci voleva più Europa. Ora, Intendiamoci, tutte le critiche al pessimo accordo vanno tenute in considerazione. Il punto è che occorre averne una chiara da sinistra. L’accordo va male? Si. È fin qui ci siamo. Sarebbe stato meglio gestito da uno come Draghi? Ecco, qui non mi avvalgo di previsioni immaginarie ma di giudizi sui fatti. Io penso che Draghi sia tra quelli che ha gestito non dico male perché è un aggettivo improprio ma a danno delle classi sociali popolari tutta la crisi finanziaria che gli USA, e il capitalismo finanziario, scaricarono sull’Europa. Cioè l’austerity. L’austerity è stato il modo in cui i debiti creati dal capitalismo finanziario sono stati pagati dal welfare e da ristrutturazioni passive degli apparati produttivi che hanno penalizzato complessivamente il lavoro. È stata una fortissima accelerazione sul progetto di Maastricht che, nonostante si voglia far finta ancora di non capirlo, è di fuoriuscita dal modello sociale europeo e di un ordoliberismo a guida tedesca. Draghi ha salvato l’euro? No, ha ammazzato la Grecia e cioè il tentativo più corposo fin qui di resistenza alla Europa liberale. E ha indebolito tutta l’Europa sociale. Che serva più Europa è francamente un’altra di quelle affermazioni falsificata dai fatti. La UE decide tutto quello che vuole decidere come riempire di armi una guerra a cui dice di non partecipare. Non decide quello che non vuole decidere come intervenire contro il genocidio a Gaza. La UE è come è, e cioè una struttura ademocratica che si regge su un patto tra tecnocrazie e nazionalismi che si modifica funzionalmente alle fasi diverse della globalizzazione perché nasce principalmente come patto tra le borghesie per riprendersi il potere dopo il compromesso sociale del dopoguerra. E un patto tra borghesie è quello stipulato ora con Trump. Naturalmente pieno di contraddizioni in cui operare. Ma avendo una visione di prospettiva e non rincorrendo ipotesi del passato come il fare ciò che la borghesia non sa fare. Perché, anche allora, era il movimento operaio a imporre altro da quello che la borghesia avrebbe fatto.

Roberto Musacchio [già europarlamentare, ass. AltraMente, Roma]

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