Wag the dog, ovvero: «Fai scodinzolare il cane», creando l’illusione che sia la coda a far muovere il cane e non viceversa. La metafora si attaglia a meraviglia alla drammatica situazione a Los Angeles e San Francisco (ed altre città americane), dove migliaia di soldati della guardia nazionale, settecento marine in assetto di guerra, blindati per le strade e droni militari nei cieli sono stati chiamati direttamente da Donald Trump per reprimere la «rivolta» esplosa nel cuore della California per difendere gli immigrati dai raid ordinati da Washington. Los Angeles brucia e il ricordo dei disordini per la morte di Rodney King del 1992 non è poi così lontano. Solo che stavolta c’è il trucco di un illusionista.
In queste ore Trump sta affrontando gravi problemi di bilancio e un difficile G7 che si va ad aprire domenica prossima in Canada. Nel primo caso, un taglio fiscale che aumenta il già gigantesco deficit di bilancio a 2,5 trilioni di dollari aggiungendo quasi 3,8 miliardi al deficit federale, oltre a un drastico taglio ai fondi per i veicoli elettrici e le tecnologie correlate, tra cui Tesla e SpaceX di Musk, quest’ultima titolare di importanti contratti per la difesa. Il che ha portato a più miti consigli Elon Musk, che dalla sventagliata di improperi e alla larvata accusa contro il presidente quale amico intimo del perverso finanziere Jeffery Epstein è passato ora, dopo il tracollo dei titoli di Tesla e Space X, che in pochi mesi hanno visto assottigliarsi la ricchezza di Musk di almeno 150 miliardi di dollari, a una carezzevole approvazione. Quanto al G7, tutti i membri convenuti hanno qualcosa da rimproverare al presidente, ma soprattutto cercheranno di convincerlo (mission impossible o quasi, considerato il sorprendete accordo di ieri sui dazi stipulato con la Cina di Xi) ad abbassare a 45 dollari il rating del petrolio russo.
Ma torniamo alla distrazione di massa ideata da Trump con la minaccia di invocare l’Insurrection Act, una legge varata nel lontano 1807 che consente l’impiego dell’esercito per sedare una rivolta. In ciò la California è il perfetto laboratorio per mettere in scena i meccanismi previsti dal Project 2025 delineato dalla Heritage Foundation, di cui parleremo tra breve. Con il suo Pil di circa 4,132 trilioni di dollari (quello pro capite è di circa 104.018 dollari), lo Stato della California è la più grande economia degli Stati Uniti e la sesta del mondo, ma è anche – Los Angeles soprattutto – territorio dell’élite dem, quella che ha generato la figura di Kamala Harris e del governatore Gavin Newsom e che ora Trump, con l’invio dei marine e la minaccia di ulteriori interventi sta considerando alla stregua di una nazione nemica. Un caos gestito a fini mediatici che non fa che rafforzare l’immagine – ma diciamo pure la deriva – di un presidente-autocrate che dalla turbolenza delle piazze ricava la legittimità a spazzare via il pericolo-immigrati, vuoi con il transito temporaneo (sempre che lo sia) di centinaia di irregolari a Guantanamo, vuoi con la crescente repressione violenta delle manifestazioni pacifiche.
Cose che, tutte quante, erano state previste e modellate nel famigerato Project 2025 – il manifesto di destra della Heritage Foundation cui si ispirano Trump e il suo redivivo sodale (e avversario mortale di Elon Musk) Steve Bannon – nel quale si promuove la necessità di ricondurre l’intero potere esecutivo dello Stato federale sotto il controllo diretto del presidente, assumendo la guida di tutti i ministeri e di tutte le diciotto agenzie federali per la sicurezza (dalla Cia all’Fbi alla Nsa), riducendo drasticamente il welfare e promuovendo la deportazione in massa dei clandestini, degli illegali e di coloro che non hanno ancora maturato i diritti di permanenza sul suolo americano. Uno dei capitoli-chiave di Project 2025 si intitola “Riprendere il Paese dalla sinistra radicale”. Ed è quello che, fra un’ondata di arresti e l’altra, Donald Trump sta facendo. Con l’aiuto cruciale del disordine che sta infiammando le piazze. Inconsapevoli comprimarie di un disegno accuratamente ideato a tavolino.
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