Washington volta pagina: l’Europa ora è sola, di Alessia De Luca

Un risveglio brutale. È l’effetto che la Strategia di sicurezza nazionale (NSS) – pubblicazione annuale in cui l’amministrazione analizza sfide e minacce internazionali che riguardano gli Stati Uniti – ha avuto sui leader europei.
È un risveglio perché più che obiettivi e scenari il documento traccia un vademecum ideologico della Casa Bianca di Donald Trump, in cui il Vecchio Continente emerge se non come un avversario, come partner subalterno guardato con ostilità. Trentatré pagine che infrangono ogni residua speranza di coloro che avrebbero voluto continuare a cullarsi nell’idea di un’America mutata nella forma ma non nella sostanza e che sarebbe rimasta, nel bene e nel male, al fianco degli alleati.
Ed è brutale perché inchioda gli europei – nei modi e nei tempi peggiori – alla realtà in di un abbandono della loro sicurezza, compresa la difesa dell’Ucraina, proprio mentre Trump sembra voler imporre a Kiev una capitolazione dissimulata da pace.
Il rapporto sancisce il totale fallimento della strategia dell’appeasement che i vertici europei, Commissione in primis, hanno adottato dal ritorno di Trump nello Studio Ovale: a nulla è servito piegarsi a un accordo che impone dazi americani al 15% sui prodotti europei rinunciando alle ritorsioni commerciali, assicurare l’acquisto di centinaia di miliardi di euro di gas naturale liquefatto o impegnarsi ad aumentare le spese per la difesa al 5% del PIL.
Secondo la NSS, l’Europa tenta di «sovvertire i processi democratici» e rischia la «cancellazione della propria civiltà». Dichiarazioni che non lasciano spazio a dubbi circa il fatto che l’ostilità verso l’UE è radicata e che, di conseguenza, imporrà scelte difficili. Il Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre, in cui capi di stato e di governo europei dovranno decidere come garantire all’Ucraina i fondi per continuare a difendersi, sarà il primo banco di prova.

NATO: cambia tutto?
Nelle 33 pagine gli strateghi del National Security Council pongono l’accento sull’America Latina rispolverando la Dottrina Monroe e – parlando di «Corollario Trump» – ribadiscono la necessità di garantire la leadership USA sia a livello militare sia come soft power. Il tutto all’insegna dell’America Firstpilastro dell’azione americana nel mondo.
Ma se da una parte si sposta l’attenzione sull’Emisfero Occidentale e si pone la lotta al narcotraffico e all’immigrazione illegale come elemento cardine degli interessi USA, dall’altra Washington si starebbe anche preparando a ridurre il numero di funzionari nel quartiere generale della NATO.
È un’accelerazione che cambia la dinamica dell’Alleanza e i suoi stessi equilibri interni. Viene anche ipotizzato un cambio di fisionomia dell’Organizzazione «nei prossimi decenni» con gli americani che ritengono «plausibile» che gli Stati membri possano diventare a maggioranza non europei.
Che il documento abbia colto Bruxelles di sorpresa è evidente dal «no comment» opposto alla sua pubblicazione dalla Commissione Europea: «Abbiamo appena appreso della pubblicazione di questo rapporto – ha commentato una portavoce – e non abbiamo avuto ancora il tempo di esaminarlo e valutarlo, quindi non siamo in grado di prendere ora una posizione. Lo faremo molto presto».

Affondo di Musk?
Nelle stesse ore in cui la Casa Bianca pubblicava la Nss, la decisione della Commissione europea di infliggere una multa alla piattaforma X di Elon Musk si è trasformata in una miccia sul fuoco delle polemiche.
La sanzione di 120 milioni di euro – adottata nel quadro delle regole del Digital Services Act (DSA) – è arrivata dopo due anni di indagini ed è minima rispetto al tetto massimo del 6% del giro d’affari globali di Musk. Ma questo non è bastato a placare gli animi.
«Girano voci secondo cui la Commissione multerà X di centinaia di milioni di euro per non aver applicato la censura – ha scritto proprio su X, il vicepresidente J.D. Vance – L’UE dovrebbe sostenere la libertà di parola invece che attaccare le aziende americane con spazzatura».
In realtà, la sanzione non riguarda la moderazione dei contenuti, ma gli aspetti legati alla trasparenza. In particolare il sistema della «spunta blu» che permette agli utenti di «comprare» un account verificato pur essendo in assenza di titoli, il che espone gli utenti al rischio di truffe o altre forme di manipolazione. Il secondo è invece relativo al fatto che X non offre un adeguato accesso agli archivi pubblicitari, la cui consultazione è invece fondamentale proprio per individuare potenziali minacce ibride, falsi annunci, truffe e operazioni di disinformazione. Infine, il terzo capo d’accusa si riferisce ai limiti imposti ai ricercatori per avere accesso ai dati.
La decisione di Bruxelles ha segnato un ulteriore iato tra le due sponde dell’Atlantico. Peril segretario di Stato, Marco Rubio: «La multa non è solo un attacco a X», ma «a tutte le piattaforme tecnologiche americane e al popolo americano da parte di governi stranieri».

Fine delle incertezze?
Se gli eventi delle ultime ore hanno un merito è quello di dissipare ogni incertezza circa lo stato delle relazioni transatlantiche e sul fatto che il quadro delineato per la prima volta dal vicepresidente J.D. Vance alla Conferenza di Monaco di un anno fa fosse improvvisato o parziale.
Alla luce della NSS pubblicata dalla Casa Bianca pochi giorni fa quella visione viene ora inquadrata come nuova dottrina americana. Una dottrina che individua problemi non solo economici per l’Europa. Anzi, secondo gli strateghi americani, i 27 sono alle prese con sfide che includono «le attività dell’Unione e di altri organismi transnazionali che minano la libertà e la sovranità politica» oltre alle politiche migratorie che «stanno trasformando il continente» e «creando conflitti».
Un capitolo a parte, poi, merita «la censura della libertà di parola e la repressione dell’opposizione politica, il crollo dei tassi di natalità e la perdita di identità nazionali e di fiducia in sé stessi». Secondo il documento, se questo trend dovesse continuare «il Continente sarà irriconoscibile in 20 anni o meno».
Dichiarazioni allarmanti che confermano l’urgenza di un’azione europea coordinata. E se, da parte de vertici europei, prevale la cautela e il silenzio, le levate di scudi da parte di rappresentanti politici e diplomatici si sprecano.
«Questo documento chiarisce tutto – osserva l’europarlamentare francese Raphael GlucksmannTrump disprezza l’Unione Europea, sostiene i partiti di estrema destra, convalida la visione del mondo del Cremlino e non muoverà un dito per aiutarci contro Putin. Affermare il potere europeo è ormai una questione di sopravvivenza.

Il commento di Mario Del Pero
«È un’Europa al meglio subalterna, dipendente e parassitaria e al peggio nemica e antagonistica, quella tratteggiata da questa seconda National Security Strategy dell’amministrazione Trump. Che riecheggia quanto già il Vicepresidente JD Vance aveva detto nel suo controverso intervento alla conferenza sulla sicurezza di Monaco del febbraio scorso. Un’Europa – e più in generale uno spazio nordatlantico – sui quali viene proiettato un modello d’identità – nazionale e occidentale – essenzialista e razziale: bianco e cristiano. Antitetico a quello sovranazionale e cosmopolita del processo d’integrazione europeo e, oggi, dell’UE.
Modello, secondo la NSS e tante politiche dell’amministrazione Trump, da ripristinare con azioni atte a riaffermare questa identità, chiudendo le frontiere e promovendo un’aggressiva campagna di espulsioni e di “re-immigrazione” di chi a questa identità non appartiene. Che gli alleati europei devono imitare, penasi afferma in uno scioccante passaggio del documentola loro trasformazione in stati a maggioranza “non-europea” più inclini, in quanto tali, a mettere in discussione il loro schieramento occidentale».

*L’articolo è il «Daily Focus» dell’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) del 9 dicembre 2025

settimananews.it/politica/washington-volta-pagina-leuropa-ora-sola/

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