Sondaggio Ipsos | Referendum, la sfida difficile del quorum. Possibile un’affluenza tra il 32 e il 38%, di Nando Pagnoncelli

L’attenzione quindi si concentra sul raggiungimento del quorum, la soglia del 50%+1 di affluenza alle urne. Nell’ultimo trentennio ci sono state 10 consultazioni referendarie che richiedevano il quorum (in quel lasso di tempo si sono tenuti anche 4 referendum costituzionali per i quali il quorum non è richiesto) e solo in due occasioni è stato raggiunto: nel 1995 e nel 2011. Gli italiani ci dicono di essere abbastanza ma non ancora completamente informati sulla proclamazione dei referendum: il 62% è al corrente che si terranno, i restanti ancora non lo sanno (32%) e qualcuno (6%) è convinto che prossimamente non vi sia alcun referendum. 
Dopo aver letto agli intervistati i quesiti referendari abbiamo voluto verificare l’importanza attribuita ai temi oggetto di consultazione. Ebbene, la maggioranza assoluta ritiene che si tratti di quesiti importanti: 33% ritiene che lo siano molto, 20% abbastanza. Tra gli elettori delle forze di governo vengono considerati un po’ meno importanti, mentre decisamente più rilevanti appaiono agli occhi degli elettori di opposizione, in particolare Pd e Movimento 5 Stelle.
Quando però si rileva l’orientamento a recarsi a votare, le percentuali scendono. Quelli completamente sicuri che voteranno sono attualmente il 28% degli aventi diritto, quelli che lo ritengono molto probabile sono il 15%, mentre i restanti esprimono una propensione via via più labile. Siamo così al 43% di possibili votanti. Ma se stimiamo più accuratamente questa propensione, correlandola anche all’importanza attribuita ai quesiti proposti e alla propensione a votare per le singole questioni, la percentuale di chi probabilmente si recherà effettivamente al voto scende tra il 32% e il 38%. Come per l’importanza dei quesiti, anche nelle stime di partecipazione i dati si massimizzano tra elettori di Pd e M5S, mentre tendono ad essere più bassi (anche se non drasticamente) tra gli elettori delle forze di governo.
Quanto all’orientamento di voto sui singoli quesiti, i sì prevalgono dovunque: in maniera quasi plebiscitaria per i temi del lavoro (dal 79% all’87% di sì sui voti validi); in misura netta ma non così preponderante per il quesito sulla cittadinanza (66%). I sì sono maggioritari tra gli elettori di tutte le forze politiche sui temi del lavoro, mentre emerge una netta differenza per la cittadinanza: in questo caso nel centrodestra prevalgono decisamente i no, nel centrosinistra i sì. I nostri intervistati sono perplessi rispetto al raggiungimento del quorum: solo 18% pensa infatti che almeno metà degli italiani si recherà alle urne, mentre il 42% pensa che saranno meno e il 40% dichiara di non essere in grado di fare previsioni. 
Siamo ancora distanti dal voto e la campagna referendaria deve ancora entrare nel vivo, quindi naturalmente potranno cambiare gli orientamenti: la campagna potrebbe spingere al voto il centrosinistra ma forse anche demotivare quegli elettori di centrodestra che vedranno i loro rappresentanti chiamare all’astensione, in maniera più o meno esplicita. 
Infine, sembra ragionevole riflettere su chi in qualche modo è già mobilitato, ovvero su coloro che hanno votato alle ultime elezioni politiche: si presume infatti che sia assai difficile che partecipino al referendum coloro che si sono astenuti due anni fa. E, d’altra parte, recentemente si è dibattuto sull’opportunità di calcolare il quorum non sulla totalità degli elettori ma solo sul numero di quanti hanno votato alle più recenti elezioni politiche. Ebbene, in questo caso per raggiungere il quorum occorrerebbe portare a votare ben il 79% di chi ha votato nel 2022. Insomma, il percorso sembra davvero in salita.

corriere.it/politica/25_maggio_09/sondaggio-ipsos-referendum-la-sfida-difficile-del-quorum-possibile-un-affluenza-tra-il-32-e-il-38-629d77ee-aeb7-43b2-ac1a-5903b4f0dxlk.shtml

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