Rapporto Svimez 2023 tra crisi energetica, corruzione e politiche pubbliche: i punti salienti, Marco Porcu

Il 5 dicembre 2023 è stato presentato il Rapporto Svimez 2023 sull’economia e la società del mezzogiorno. Il Rapporto è suddiviso in quattro parti:
• la parte prima è dedicata all’Europa, all’Italia e al Mezzogiorno e si sofferma sulla crisi energetica, sull’inflazione e sul mercato del lavoro. Si approfondisce altresì il ruolo del calo demografico all’interno del sistema economico;
• la parte seconda è dedicata a società e cittadinanza. Qui si analizzano gli effetti dell’evoluzione demografica sull’allocazione tra regioni delle risorse del servizio sanitario nazionale;
• la parte terza riguarda le politiche pubbliche e le scelte per rafforzare equità e crescita;
• la parte quarta è dedicata ad accompagnare le transizioni coniugando coesione e sviluppo.
La parte terza del rapporto si sofferma in particolare sui rischi dell’autonomia differenziata, sulla coesione territoriale e la politica industriale per il rilancio del sud. Il capitolo 17 è invece dedicato in modo specifico alla misurazione della corruzione e agli indicatori Anac.
La misurazione della corruzione secondo il Rapporto Svimez 2023
Il Rapporto Svimez 2023 richiama il fatto che non esiste una definizione di corruzione universalmente condivisa. Ai fini di una corretta definizione del termine corruzione si reputa opportuno riportare quindi il concetto esplicitato nei vari PNA adottati dall’Anac, ove si dice che “esso è comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. Le situazioni rilevanti sono più ampie della fattispecie penalistica, che è disciplinata negli artt. 318, 319 e 319 ter, c.p., e sono tali da comprendere non solo l’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel titolo ii, capo i, del codice penale, ma anche le situazioni in cui – a prescindere dalla rilevanza penale – venga in evidenza un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite ovvero l’inquinamento dell’azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo”.
Secondo il Rapporto Svimez 2023, un utile contributo per la misurazione della corruzione è rappresentato dalla Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP), gestita da Anac, che rappresenta la principale fonte informativa sugli appalti pubblici. La banca dati mette a disposizione della collettività 70 indicatori in grado di misurare il rischio di corruzione nel territorio. Essi sono divisi in tre cruscotti: contesto, appalti, dati comunali.
L’importanza del nuovo Codice degli Appalti e del PNRR
Il Capitolo XVII del Rapporto evidenzia che i fatti più rilevanti intervenuti nel mercato degli appalti pubblici nell’ultimo anno sono l’approvazione del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.lgs. 31 marzo 2023, n. 36), che ha acquisito efficacia a partire dal 1° luglio 2023 e l’inizio dell’implementazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che ha incrementato in maniera assai significativa il volume degli appalti pubblici dell’ultimo anno. Tra le tante novità introdotte dal nuovo Codice, risultano fondamentali tre aspetti.
Il primo è quello dell’introduzione in un codice degli appalti di alcuni principi generali, di cui i più importanti sono i primi tre declinati nel testo. Si tratta di veri e propri super-principi: del risultato, della fiducia e dell’accesso al mercato. Il nuovo Codice enuncia inoltre il valore funzionale della concorrenza e della trasparenza. Esse sono tutelate però non come mero fine, ma appunto come mezzo per il raggiungimento del risultato. Si valorizza altresì il fatto che le pubbliche amministrazioni devono svolgere le gare rispettando la legalità formale, ma tenendo sempre presente che ogni gara è funzionale a realizzare un’opera pubblica.
Le novità del nuovo Codice: i tre aspetti fondamentali
Il secondo aspetto è il significativo innalzamento delle soglie sotto le quali è previsto l’affidamento diretto che, congiuntamente a numerose altre previsioni del nuovo codice, va nella direzione della maggiore discrezionalità delle stazioni appaltanti, anche in relazione alla necessità di ridurre i tempi degli affidamenti in funzione degli obiettivi del PNRR.
Il terzo e ultimo riguarda la digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti, ivi inclusa la BDNCP, secondo la quale tutte le attività dovranno svolgersi su piattaforme telematiche «certificate» che assicurino l’interoperabilità dei servizi svolti e la confluenza delle informazioni su un’unica banca dati (la banca dati nazionale dei contratti pubblici) che diventa, così, il collettore nazionale per gli appalti, anche ai fini dello svolgimento di una serie di adempimenti e servizi nevralgici per la legittimità delle procedure di gara, quale ad esempio la pubblicità legale.
Le basi informative detenute da Anac potrebbero pertanto avere in futuro un ruolo di grande importanza e maggiore centralità anche nella prevenzione e contrasto della corruzione e di altri fenomeni patologici (come le frodi, la collusione, il conflitto di interessi) fortemente lesivi del corretto funzionamento del mercato e dell’efficace ed efficiente allocazione delle risorse nell’ambito degli appalti pubblici, ivi inclusi quelli finanziati con fondi comunitari. Infine, il Rapporto evidenzia il fatto che l’utilizzo di big data, insieme alle nuove tecniche del machine learning, offrono importanti opportunità per accrescere sensibilmente la capacità di misurazione del fenomeno corruttivo.

Il Rapporto: https://lnx.svimez.info/svimez/wp-content/uploads/2023/12/rapporto_2023_executive_summary.pdf

www.teknoring.com/news/tutela-del-territorio/rapporto-svimez-2023-presentato-punti-salienti/

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