Mamme sull’orlo di una crisi di nervi per la mancanza di servizi, dai nidi in su, ma anche precarie o del tutto senza lavoro. Condizione che preclude la possibilità di passare dal primo al secondo figlio. Questo il quadro che esce dal rapporto di Save the children «Le equilibriste, la maternità in Italia nel 2023». Un quadro atteso per la verità, la situazione è la stessa da anni. Ma colpisce leggere i dati tutti assieme, uno dietro l’altro, come elencati da Save the children.
Il Sud svantaggiato a fondo classifica
Nel 2022, pur segnando una leggera decrescita, il divario lavorativo tra uomini e donne si è attestato al 17,5%, ma è ben più ampio in presenza di bambini: nella fascia di età 25-54 anni se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione per le mamme si ferma al 63%, contro il 90,4% di quello dei papà, e con due figli minori scende fino al 56,1%, mentre i padri che lavorano sono ancora di più (90,8%), con un divario che sale a 34 punti percentuali. Pesano anche, e molto, differenze geografiche e titolo di studio.
Nel Mezzogiorno l’occupazione delle donne con figli si arena al 39,7% (46,4% se i figli non ci sono), contro il 71,5% del Nord (78,9% senza figli), e in Italia le madri laureate lavorano nell’83,2% dei casi, ma le lavoratrici sono molte meno tra chi ha il diploma della scuola superiore (60,8%) e precipitano al 37,4% se c’è solo la licenza media.
Quando il lavoro per le donne c’è, un terzo delle occupate ha un contratto part-time (32% dei casi contro il 7% degli uomini); se ci sono figli minorenni la quota sale al 37%, a fronte del 5,3% dei padri, e con una metà quasi di queste mamme (15%) che si è vista costretta ad un part-time involontario, che non ha scelto.
Un quadro poco favorevole alle madri lavoratrici emerge anche dai dati raccolti dall’INL sulle dimissioni: nel 2021, “delle 52.436 convalide totali, 37.662 (il 71,8%) si riferiscono a donne (madri) e 14.774 (28,2%) a uomini (padri)”, e la percentuale delle madri sale oltre l’81% tra giovani fino a 29 anni.
Non perdere l’occasione del Pnrr
Diffuso come ogni anni in prossimità della Festa della Mamma, il rapporto traccia un bilancio aggiornato delle molte sfide che le donne in Italia devono affrontare quando diventano mamme. Lo studio include l’Indice delle Madri, elaborato dall’ISTAT per Save the Children, una classifica delle Regioni italiane stilata in base alle condizioni più o meno favorevoli per le mamme. È la Provincia Autonoma di Bolzano a guidare questa particolarissima classifica dei territori amici delle madri, seguita da Emilia Romagna e Valle D’Aosta, mentre le condizioni più sfavorevoli per le mamme si registrano in Basilicata, preceduta appena in fondo alla classifica da Sicilia e Campania. Che fare? Tira le somme con chiarezza Antonella Inverno, responsabile Politiche Infanzia e Adolescenza di Save the Children Italia.
«Sappiamo che dove le donne lavorano di più nascono anche più bambini, con un legame tra maggiore fecondità e posizione lavorativa stabile di entrambi i partner. Tuttavia, la condizione lavorativa delle donne, e in particolare delle madri, nel nostro Paese è ancora ampiamente caratterizzata da instabilità e precarietà, a cui si aggiungono la carenza strutturale di servizi per l’infanzia, a partire dalla rete di asili nido sul territorio, e la mancanza di politiche per la promozione dell’equità nel carico di cura familiare — ricorda la situazione Inverno —.
I provvedimenti approvati negli ultimi anni, pur andando nella giusta direzione, non sono che timidi passi sul fronte del sostegno alla genitorialità. Non possiamo permetterci di perdere l’occasione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza per costruire finalmente una rete capillare di servizi per la prima infanzia ed è altrettanto necessario andare con più forza verso un congedo di paternità paritario rispetto a quello delle madri. L’Italia è un paese a rischio futuro, e se è vero che il trend di denatalità non può essere invertito velocemente, è ancor più vero che è quanto mai urgente invertire il trend delle politiche a sostegno della genitorialità per non perdere altro tempo prezioso».
Link rapporto di Save the children «Le equilibriste, la maternità in Italia nel 2023»: https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-italia-nel-2023.pdf