ORRORE, DI DONATELLA A. REGA

Non è un caso che i coloni israeliani sparassero ai bambini che passavano davanti casa loro per andare a scuola e neanche che i terroristi abbiano colpito adesso i bambini israeliani.

L’intento è un colpo al futuro, è questo il messaggio, in nome di un passato che ha il sapore di una faida infinita ed a cui i bambini non ancora appartengono.

Far capire che non c’è futuro.

Eppure se una bella fetta di israeliani e di palestinesi, anche di quelli compresi nella striscia di Gaza sono per la fine dell’orrore e per la pace, e sappiamo che è così, un futuro ci potrebbe essere. Anche gran parte dei russi e degli ucraini la pensano così.

Ora mi dico, siamo in democrazia, ma questa voce per la pace resta inascoltata e le leggi elettorali attuali consentono a minoranze di andare al governo, in molti Paesi democratici. Ma se la voce del popolo non si ascolta o la si manipola con ogni mezzo di comunicazione, compresi i social che di faccendieri del potere sono pieni, in che democrazia siamo?

Siamo in una nuova forma di orrore, quello che controbatte all’incanto di un bambino che si chiederebbe come mai prima della strage dell’11 settembre 2001 vi era stato un preavviso da parte dei servizi di intelligence e nonostante ciò gli aerei che fecero l’attentato giunsero nel cuore di New York e fin sopra il Pentagono e come mai adesso Hamas possa aver attuato un attacco simile, forse preannunciato dai servizi ma sicuramente operato con un certo lavorio sul confine, poi attraversato,  un confine generalmente presidiato e dotato di allarmi. Oppure come mai si lasci sparare i terroristi in un piazzale destinato alla stazione degli autobus, al confine con la striscia di Gaza, e li si lasci sparare per tre ore prima di intervenire (fonte canale 5 il 12 ottobre 2023 alle ore 8,30). E come mai quando il cronista in questa stessa trasmissione dice “…e anche dall’altra parte, nella striscia di Gaza si spara sulla popolazione civile, e loro non hanno neanche i rifugi come gli israeliani…” dallo studio lo blocchino immediatamente, dicendo “di questa cosa adesso non parliamo, ne parleremo più tardi…”

L’incanto dell’onestà, della purezza d’animo, deve essere per forza incanalato nella necessità di creare sempre due fronti su tutto e magari un unico fronte comune sulle decisioni di un potere sempre più insensato che stermina civili specie se poveri, finanzia terroristi, distrugge l’ambiente a cominciare dalle foreste per finire all’atmosfera, invita i superstiti ad odiarsi fra loro, a fare acquisti spesso inutili, e magari a finire in qualche Metaverso da cui non dare più fastidio.

L’orrore è quindi anche nella comunicazione, nei commenti insensati, nell’ostracismo, nelle etichette affibbiate ad hoc, nelle accuse reciproche ed incalzanti.

L’orrore è nel sovvertire la realtà a proprio piacimento e vantaggio.

Dicono ora che siano antisemiti coloro che non apprezzano la politica di Netanyahu. Allora sono antisemiti una bella parte di israeliani e anche di ebrei sparsi per il mondo, accidenti! Che guaio!

Ma le invenzioni non si possono contestare, lo sappiamo già, più la spari grossa più sei incontestabile.

Così, abbiamo appreso che tu, caro Moni Ovadia , che hai dedicato l’intera vita a cantare il tuo popolo con dolcissimo amore e con quella sottile ironia che vi appartiene, e ci hai portati ad amarlo, saresti un “antisemita” e propongono, da Fratelli d’Italia, per questo motivo, la tua rimozione da direttore artistico del teatro di Ferrara.

Ho riso per ore su quell’aggettivo affibbiato proprio a te, ma ho sbagliato, avrei dovuto piangere oppure cavarmela con una bella battuta delle tue. Ma in questo momento non me ne vengono. Penso a chi oltraggia le tombe nel cimitero ebraico ed ora magari plaude al premier israeliano.

Ma io ho un altro criterio, alla femminile si diceva una volta e forse è bene che si dica ancora (ma con altra intenzione): chi spara sulla gente povera ed inerme sbaglia sempre, a qualsiasi credo politico, religioso ed a qualsiasi colore dica di appartenere. Chi non sa usare la mediazione ed il dialogo non faccia politica ma se ne stia a casa. Chi trae dalla propria religione motivo di odio ci pensi, perché non c’è una religione che dica che la pace non sia un traguardo da costruire… e magari se al nostro Dio dessimo una mano in tal senso non sarebbe male.

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