La storia europea insegna che la pace in Medio Oriente non è impossibile, di Roberto Tottoli

Il conflitto in Terra Santa arriverà presto a ottant’anni di storia. Aggiungendo i decenni di contrasti e rivolte del mandato britannico tra le due guerre mondiali è oltre un secolo che una prospettiva di convivenza non trova ascolto. In questa lunga stagione che ha visto cambiamenti epocali, stravolgimenti di potenze imperiali, costumi e assetti, ciò che non è mutato è il fallimento reiterato e insistito della politica internazionale a ricondurre israeliani e palestinesi verso il primo necessario passo: riconoscere l’esistenza dell’altro. Non vi potranno essere due stati o qualsiasi altra soluzione se gli uni non ammetteranno che gli altri, prima di ogni altra cosa, hanno il diritto di esistere.
Storie secolari, di potenze o persecuzioni passate, di religioni universali, spiritualità uniche nella storia dell’umanità, di particolarismi molteplici accanto a pagine di civiltà indelebili, non riescono a produrre rispetto e convivenza. Le differenze sono meno delle consonanze: una storia di patriarchi e profeti biblici le accomuna, il senso della storia, la fede in un Dio unico e tanto altro dovrebbe essere la base da cui partire. Guerre, morti e contrasti sono non meno delle generazioni passate convivendo e rispettando l’altro, tra le sponde del Mediterraneo e nelle terre ora martoriate.
Tutte storie e narrazioni, queste, che guardano a Gerusalemme e il fazzoletto di terra che la circonda come ideale del proprio immaginario, che purtroppo non parla agli altri. E’ un patrimonio unico, questo, che va speso al meglio, va raccontato agli altri, va spiegato e coltivato in un confronto fattivo e arricchente, come non si riesce più a fare, quando la catena dei morti e delle tragedie chiude ogni voglia di ascoltare. Solo la cultura, laica e religiosa, può dove la politica ha fallito e fallisce. Solo la ricerca delle tante parole comuni può guidare il silenzio rotto dalle armi e dai morti.
Bisognerebbe forse cambiare narrazione e dimenticare per un attimo la conta sterile dei torti altrui e dei propri diritti e interrogare l’altro dal profondo di una storia culturale e religiosa unica per cercare quei principi, che non mancano, di condivisione, accettazione e dialogo con l’altro. Ebrei, cristiani e musulmani ne hanno costruiti nei momenti migliori della loro storia e possono, devono, far prevalere ciò che accomuna rispetto a ciò che divide. Ed è tanto, è soprattutto un linguaggio che è fatto forse di declinazioni diverse, eppure condividendo gli stessi valori.
Nessun luogo come Israele e la Palestina ha storia, tradizione e cultura per un dialogo faticoso ma fattivo, nessun luogo come Palestina e Israele può generare contrasti insanabili se la pretesa di uno non riconosce l’altro e se prevale la differenza dei dettagli, se Gerusalemme non diviene il luogo per tutti ma rimane la terra frantumata da muri e sorde rivendicazioni attraverso confini continuamente ridisegnati. E’ difficilissimo ma non impossibile.
E’ un richiamo questo, che non riguarda solo i protagonisti di questa tragedia ma anche gli spettatori che dal mondo continuano a dividersi in fazioni a favore degli uni o degli altri, dimenticando l’imperativo di cercare la pace. Si deve dire basta: basta affermare le sole ragioni di una parte, basta alimentare un conflitto da parte di quella politica internazionale che dovrebbe chiedere a gran voce di porre a terra le armi. Basta ai rigurgiti dell’anima nera antisemita dell’Europa, che spinge per ritornare in superficie, basta al destino di un popolo a cui la terra viene tolta sotto i piedi e senza diritti.
Se vi è qualcosa che l’Europa può insegnare al mondo, forse l’unica cosa, è come dagli abissi di due guerre mondiali e dal proprio suicidio storico è nata l’Unione europea. Secoli di conflitti viscerali tra Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria, Spagna e Italia, decine di milioni di morti, paesi distrutti e in macerie.
Nessuno è condannato a una guerra perenne. La storia europea recente, pur con ombre minacciose che si allungando sempre a causa di chi non ha memoria, lo dimostra. Si può sempre fare la pace, riconoscendo i valori comuni e rispettando le qualità uniche e i lutti condivisi degli altri. Ciò che la politica non ha saputo fare e che solo la storia di culture millenarie può tentare.

ilsole24ore.com/art/la-storia-europea-insegna-che-pace-medio-oriente-non-e-impossibile-AHAzD5CB

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