La sorpresa di vedere un monofisita nello specchio, di Joseph Carola

«I Padri mi hanno reso cattolico», scrisse san John Henry Newman nel 1865 a Edward Pusey, suo ex collega nel Movimento Tractariano di Oxford per la riforma ecclesiastica anglicana. I semi di quella conversione erano stati piantati nella mente e nel cuore di Newman quando aveva solo quindici anni. «Fin da ragazzo», racconta l’oratoriano di Birmingham, «i miei pensieri erano rivolti alla Chiesa primitiva, e in particolare ai primi Padri, grazie alla lettura della Storia della Chiesa del calvinista Joseph Milner, e non ho mai perso, non ho mai sofferto una sospensione dell’impressione, profonda e piacevolissima, che i suoi schizzi di sant’Ambrogio e sant’Agostino hanno lasciato nella mia mente». All’Università di Oxford, dove Newman si era immatricolato all’età di sedici anni, i Padri della Chiesa, e in particolare i Padri alessandrini, divennero l’amore della sua vita intellettuale e spirituale. Quando il Movimento di Oxford prese il via poco dopo il suo ritorno dal viaggio nel Mediterraneo nel luglio del 1833, Newman pubblicò la sua prima monografia, uno studio sulla crisi ariana del IV secolo, e iniziò a scrivere una serie di lettere sulla Chiesa dei Padri all’editore del British Magazine. Quelle lettere erano tanto una valutazione critica dell’Inghilterra contemporanea e dell’anglicanesimo quanto uno studio sull’antichità cristiana. Durante quel decennio, Newman e i suoi compagni tractariani cercarono nella Chiesa cristiana antica un modello sicuro, ovvero la forma apostolica originaria del cristianesimo, attraverso il quale riformare l’anglicanesimo contemporaneo. Pubblicarono le loro proposte in una serie di Tracts for the Times (Trattati per i tempi). Attingendo alle opere dei Padri della Chiesa, Newman propose una Via Media tra l’eresia protestante e le presunte corruzioni romane per rafforzare l’ethos cattolico dell’anglicanesimo, evitando accuratamente tutto ciò che era romano. Ma non tutti gli anglicani compresero né approvarono gli sforzi dei Tractarians. Infatti, la serie in più volumi di traduzioni inglesi dei testi patristici di Edward Pusey, John Henry Newman e John Keble, A Library of Fathers of the Holy Catholic Church, Anterior to the Division of the East and the West (Una biblioteca dei Padri della Santa Chiesa Cattolica, anteriore alla divisione tra Oriente e Occidente), il cui primo volume, le Confessioni di sant’Agostino, apparve nel 1838, alienò gli anglicani evangelici. Decenni dopo, dall’Oratorio di Birmingham, padre Newman ricordò che «da ogni parte si levava il grido che i Tracts e gli scritti dei Padri ci avrebbero portato a diventare cattolici, prima ancora che ce ne rendessimo conto». Tuttavia, Newman, membro dei Tractarians, insisteva nel sostenere il contrario.
Il lavoro di Newman procedette senza intoppi fino alle lunghe vacanze del 1839, quando alla fine di agosto il suo studio sulla controversia monofisita del V secolo lo allarmò seriamente. Vide il suo volto tractariano in quello specchio antico e scoprì con grande costernazione di essere un monofisita. Un mese dopo lesse l’articolo di Nicholas Wiseman sulla «Dublin Review» intitolato Anglican Claim. Inizialmente non ne fu turbato, ma dopo ulteriori riflessioni, l’appello anti-donatista di Agostino, Securus iudicat orbis terrarum (il mondo intero giudica con certezza), polverizzò la sua teoria di una Via Media. Grazie ad Agostino tramite Wiseman, Newman scoprì nell’antichità una regola che respingeva l’antichità come regola assoluta in sé. Nel 1875, riferendosi a se stesso e ai suoi colleghi del Movimento di Oxford, Newman riconobbe che «nessuno di noi poteva leggere i Padri e decidere di diventare loro discepoli senza sentire che Roma, come un fedele amministratore, aveva conservato nella pienezza e nel vigore ciò che la nostra comunione aveva lasciato cadere». I timori che altri avevano avuto e che Newman aveva respinto si materializzarono davvero. I Padri della Chiesa fecero di John Henry Newman un cattolico.
Questa breve descrizione dell’importanza dei Padri della Chiesa per il percorso intellettuale e spirituale di san John Henry Newman è ben nota a molti. Ma forse meno noto è il modo in cui la metodologia patristica di Newman rimane rilevante per noi oggi. Elaborata per la prima volta durante i suoi anni anglicani e ulteriormente sviluppata dopo la sua conversione al cattolicesimo, la metodologia patristica di Newman offre agli studenti contemporanei dei Padri un percorso sicuro verso i tesori intellettuali, teologici e spirituali della Chiesa antica.
Nella festa di sant’Agostino di Ippona, nel 1836, Newman scrisse ad un amico che «Pusey ed io pensiamo di dare i nostri nomi come co-editori di una “Biblioteca dei Padri cattolici”, che consisterà in traduzioni di sant’Agostino, san Crisostomo, ecc. ecc.». Per Newman, il progetto «comportava la traduzione di testi patristici, la stesura di prefazioni per vari volumi, il reclutamento di altri traduttori e, in generale, la supervisione degli aspetti commerciali della pubblicazione di una serie in più volumi». Sebbene inizialmente avesse immaginato il clero come il pubblico di riferimento della Biblioteca, egli riconobbe anche che essa avrebbe potuto diventare una lettura popolare. Il prospetto della Biblioteca dei Padri della Santa Chiesa Cattolica riconosce che pochi lettori avevano accesso a biblioteche abbastanza grandi da contenere tutte le opere dei Padri della Chiesa. La maggior parte dei lettori, inoltre, non possedeva una conoscenza sufficiente delle lingue antiche per leggerle con facilità. Anche se qualcuno possedeva una vasta biblioteca e le competenze linguistiche per trarne profitto, da dove avrebbe dovuto cominciare? Come avrebbe dovuto procedere? In risposta a ciò, la nuova Biblioteca dei Padri mirava a fornire ai fedeli, in particolare al clero che aveva poco tempo libero per la lettura, «un’introduzione accessibile, programmatica e in lingua inglese al mondo della letteratura patristica».
Ma i curatori dei volumi sapevano che dovevano procedere con cautela, poiché i colleghi anglicani diffidenti nei confronti del recupero patristico dei Tractarians temevano che gli Oxoniani contrapponessero erroneamente l’autorità dei Padri della Chiesa all’autorità della Scrittura. Nella prefazione del 1838 al secondo volume della serie dedicato alle Catechesi di san Cirillo di Gerusalemme, Newman insiste sul fatto che lui e i suoi colleghi non intendevano fare nulla del genere. Piuttosto, essi prendevano spunto dai teologi anglicani del XVII e XVIII secolo nel loro impegno con la tradizione patristica. Né l’appello dei teologi carolingi né il loro appello ai Padri della Chiesa minavano l’autorità della Scrittura. Come spiega Newman, la Scrittura contiene le dottrine, i principi e il temperamento apostolici del cristianesimo primitivo. È materialmente sufficiente. I Padri non aggiungono nulla in quanto non offrono alcun corpus dottrinale separato che non si trovi nelle Scritture. Tuttavia, il vero significato delle Scritture non è sempre chiaro. I lettori contemporanei spesso non sono d’accordo sul suo significato. Di conseguenza, le Scritture richiedono un interprete.
*Pontificia Università Gregoriana, Roma

osservatoreromano.va/it/news/2025-11/quo-251/la-sorpresa-di-vedere-un-monofisita-nello-specchio.html

PRESENTANDOCI

Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.


 

 

          

CONTRIBUENDO

Con il 5x1000 e il ricavato della vendita dei libri sosteniamo:

scuole di formazione sociale e politica, sito web e periodico di cultura e politica, insegnamento dell’italiano per cittadini stranieri gruppo I Care, la biblioteca “Bice Leddomade”, incontri, dibattiti… 

          basta la tua firma 

          e il numero dell'associazione 

         91085390721

         nel primo riquadro sul volontariato

___________________________________________________________________________

Per sostenere le nostre attività, cioè le scuole di formazione sociale e politica, questo sito web e il periodico cartaceo di cultura e politica, l’insegnamento dell’italiano per cittadini stranieri, la biblioteca “Bice Leddomade” e le altre attività di formazione culturale e sociopolitica, ti invitiamo a:

  • Donare un sostegno economico attraverso un Bonifico Bancario Cercasi un Fine APS

IBAN IT26C0846941440000000019932 BCC Credito Cooperatvo oppure CCP 000091139550 intestato ad Associazione Cercasi un fine

  • Donare il tuo 5×1000: basta la tua firma e il numero dell’associazione 91085390721 nel primo riquadro (in alto a sinistra) dedicato al Terzo Settore – RUNTS. 
  • Predisporre un lascito nel tuo testamento: hai la possibilità di aiutarci nel futuro – nel rispetto della legge, senza escludere possibili soggetti legittimari – attraverso il dono di qualcosa a Cercasi un fine (come una somma di denaro, beni mobili o immobili, una polizza di vita). Il testamento è un atto semplice, libero, sempre revocabile. Con il tuo lascito sosterrai le nostre attività. 
Grazie per quello che farai per noi.

Ultimi Articoli

SORRIDENDO