La poesia di Herman Hesse che farà riflettere ed emozionare, di Antonio Murolo

Capita, a volte, che una poesia riesca a descrivere uno stato d’animo meglio di qualsiasi analisi. È ciò che accade con Senza Amore, un testo breve e luminoso di Hermann Hesse che continua a parlare al lettore moderno con una forza sorprendente. Pubblicata all’inizio del Novecento, torna oggi a essere letta con occhi nuovi, forse perché intercetta una sensazione diffusa: la paura del vuoto emotivo.
Hesse, che conosceva la delicatezza delle fragilità umane, scrisse questi versi in un periodo di grande ricerca personale. Aveva appena iniziato a interrogarsi sul significato del sentimento, sul suo peso reale nella vita quotidiana. Ciò che emerge è un’immagine concreta e vertiginosa: senza amore, tutto si scolora.
Molti critici ricordano che il giovane Hesse osservava con attenzione ciò che accadeva intorno a lui, annotando nei taccuini piccoli dettagli che poi diventavano spunto poetico. C’è chi racconta che fosse affascinato dai pozzi antichi dei villaggi tedeschi, quegli spazi scuri che sembrano inghiottire la luce. È forse da quell’immagine che nasce l’apertura della poesia, un’immagine che ancora oggi riesce a parlare con semplicità.

Quando l’amore manca, il tempo cambia forma
Il cuore della poesia è il modo in cui Hesse descrive l’assenza. Non la presenta come una ferita dolorosa, ma come un lento svuotamento. I giorni “scivolano”, le notti non hanno più peso. È come se l’autore volesse mostrare che il problema non è il dolore, ma l’apatia che rimane quando il sentimento si ritira.
L’immagine delle rose che appassiscono nella mano è uno dei passaggi più intensi. Bastano pochi versi per restituire la rapidità con cui ciò che era vivo può perdere colore. Il gesto umano, stringere un fiore, si trasforma nella presa di coscienza della sua fragilità. È un dettaglio semplice, ma decisivo. Permette al lettore di riconoscersi, di ricordare un momento in cui qualcosa di prezioso sfuggiva senza poterlo trattenere.
Nella seconda parte della poesia, l’attenzione si sposta sul tempo. Non è più un flusso naturale, diventa un movimento che sfiora senza essere percepito. Hesse lascia intravedere la radice psicologica di questa condizione: senza un orientamento affettivo, lo sguardo smette di cercare. Rimane una sola immagine, una stella lontana che non guida più. È la memoria dell’amore, non più la sua presenza.
Questa dinamica è sorprendentemente attuale. Chi attraversa un periodo di distacco emotivo conosce quella sensazione di sospensione, in cui le giornate sembrano identiche e gli stimoli si smorzano. Il motivo è più semplice di quanto si pensi: senza un centro affettivo, il mondo perde profondità. Le relazioni si fanno opache, la motivazione rallenta, perfino la percezione del tempo cambia.
La forza di Senza Amore sta nel mostrare quanto un sentimento possa definire l’intera esperienza di vita. Non è solo un testo poetico: è un piccolo specchio che ricorda come l’assenza affettiva non lasci un vuoto neutro, ma un’eco che modifica lo sguardo. Rileggere Hesse aiuta a riconoscere questa trasformazione e, soprattutto, a capire quanto sia decisivo coltivare legami che diano peso e colore ai giorni. Una verità semplice, ma essenziale, che continua a toccare chiunque sfiori questi versi.

Senza Amore, di Hermann Hesse

Come dal margine d’un pozzo senza fondo


Così scivolano ora i giorni e le notti,


Vuoti, senza gioia né dolore, senza canto né gesto,


Come rose d’estate che appassiscono nella mano.

Non bado più al passo del tempo che mi sfiora,


Vedo soltanto la stella del mio amore


Voltata lontano, ombrosa e distante,


Sta nel pallido cielo della mia vita.

 

misteriditalia.it/cultura/la-poesia-di-herman-hesse-che-fara-riflettere-ed-emozionare/

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