La legge del più forte – oggi dominante – è in realtà la legge del mostrarsi forte con i deboli e farsi debole con i forti. Trump sembra oggi incarnarla perfettamente. Rimanda le minacce alla Russia di altri cinquanta giorni, mentre sui dazi fa la voce grossa con un’Europa incerta sul da farsi. In questo modo, però, non pone agli europei solo difficili problemi economici e commerciali: sfida anche la loro identità morale.
Le radici storiche dell’Europa contemporanea, infatti, sono nella reazione che non fu solo militare o politica al fascismo e al nazismo, esaltazioni parossistiche della legge del più forte. L’ordine post-bellico si è fondato sul rifiuto dell’immoralità profonda dei totalitarismi, evidenziata dai cinquanta milioni di morti della Seconda guerra mondiale, tra cui sei milioni di ebrei colpevoli solo di essere nati. E questo no – da cui sono poi venuti tanti altri no a molte violazioni della dignità umana: discriminazioni, diseguaglianze, respingimento dei richiedenti asilo, pena di morte, tortura ecc. – è stato alla base anche dell’Europa post-bellica. Non solo dell’Unione europea, ma anche dei singoli Stati europei: basta vedere le loro Costituzioni. E morali sono state le ragioni profonde, anche se non sempre evidenti, di molti suoi sviluppi successivi. Ecco perché, per l’Europa, la questione dei dazi non è solo una questione di dazi. E nella reazione alle imposizioni di Trump non entrano solo ragioni economiche o commerciali, ma anche i motivi morali che si oppongono alla legge del più forte.
Invocare ragioni morali suona sempre ingenuo perché la politica ne prescinde strutturalmente. Oggi, poi, dall’Ucraina a Gaza è evidente che l’uso della forza è in grado di provocare effetti enormi… Ma c’è un ma. La legge del più forte sta creando problemi sempre più numerosi e sempre più grandi. Trump impone superdazi a destra e a manca, ma tutti gli esperti garantiscono che ci saranno effetti negativi anche per l’economia americana. Putin bombarda selvaggiamente l’Ucraina, ma ogni bomba scava un fossato più profondo tra russi e ucraini, fino a pochi anni fa popoli davvero fratelli. Netanyahu colpisce senza pietà i civili di Gaza, ma non si interroga sulle conseguenze per il futuro dello Stato di Israele. Non è casuale. La legge del più forte non è in grado di risolvere problemi complessi come lo sono molti di quelli con cui hanno a che fare popoli, governi, attori internazionali. Anzi, li complica e li peggiora. Detto in altri termini: la legge del più forte è stupida.
Sembrerebbero dunque bastare la ragione o addirittura il buon senso per respingerla. Ma non è così. La forza, infatti, non si impone soltanto con la sua brutalità, ma anche perché stordisce, ipnotizza, immobilizza. Si spiega così l’inerzia che ci paralizza tutti e ci rende incapaci di reagire anche davanti a fatti di enorme gravità. La forza crea consenso, genera conformismo, diffonde passività. Piega la ragione alle sue false evidenze, ridicolizza le obiezioni più valide, fa apparire ragionevole anche quello che non lo è. Per combattere la forza occorre spezzare l’aura di sacro che circonda sempre il potere. Ecco l’importanza delle scelte morali: ci sono momenti in cui, invece di fare mille calcoli su ciò che conviene, occorre scegliere ciò che è giusto solo perché giusto. A prescindere. Non è possibile oggi restare moralmente indifferenti ai bambini di Gaza uccisi mentre cercano l’acqua, alle bombe su civili e ospedali in Ucraina, ai quattordici milioni di persone che moriranno da qui al 2030 chiudendo l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (UsAid). L’impazzimento della politica rivaluta le ragioni della morale. Secondo molti, l’Europa non ha la forza per opporsi alla legge del più forte. Ma, in un certo senso, è proprio la sua debolezza che la spinge in questa direzione.
Proprio perché non è una potenza politica e militare ed è priva di strumenti istituzionali per utilizzare appieno la sua grande forza economica, deve buttare nel piatto la sua identità di potenza morale. Se dice no a Trump ci saranno ritorsioni? È probabile, ma si aprirà una crepa profonda nella legge del più forte che ne provocherà a catena molte altre. Se invece l’Europa rinuncia ad essere una potenza morale, il destino non solo dell’Unione europea, ma anche dei singoli Stati europei e di tutti gli europei sarà irreversibilmente segnato.
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