IMPRESE SOCIALI, UN’ALTERNATIVA PER I GIOVANI?, DI PAOLA SCARSI

Secondo i dati Istat sul lavoro, il numero di occupati a gennaio 2025 ha superato quello del 2024 del 2,2% (+513mila unità); un aumento generalizzato tranne che per due fasce d’età: 35-49enni e 15-24enni. Al contrario il più recente XVII Osservatorio sull’impresa sociale realizzato da Isnet indica una controtendenza, con il 27,6% della forza lavoro formato da under 35 e quasi un terzo dei consigli d’amministrazione che vede nella propria composizione almeno un under 35. Abbiamo chiesto a Laura Bongiovanni, presidente dell’Associazione Isnet e responsabile dell’Osservatorio, di commentare e spiegare questo disallineamento tra i dati. «L’impresa sociale si caratterizza dal suo agire con una prospettiva di senso, una visione dell’organizzazione non verticistica ma che genera soluzioni condivise secondo modalità fortemente partecipative – spiega Bongiovanni –. Sono questi i motivi principali che la rendono attrattiva per i giovani interessati ad un’attività professionale ad impatto sociale che vogliono lavorare ma anche essere attori protagonisti del cambiamento».

In queste imprese, prosegue, «i giovani non sono ancora tanti quanti esse richiederebbero, perché nella maggior parte dei casi vengono scelte da chi già le conosce, cioè dai ragazzi che hanno avuto modo di incontrarle attraverso precedenti attività, di solidarietà o di volontariato o di servizio civile, che ricopre un ruolo molto forte perché tanti ragazzi lo svolgono in enti di terzo settore o cooperative nelle quali poi scelgono di fermarsi. In queste realtà infatti possono esprimere al meglio le proprie potenzialità, come dimostra anche il dato relativo alla presenza di giovani nei cda». « Non è un caso che le imprese con più giovani nella forza lavoro e nei cda – aggiunge Bongiovanni – siano anche quelle che presentano indicatori meglio performanti sul fronte dell’innovazione. Coinvolgimento partecipativo, governance democratica e inclusiva in grado di valorizzare le peculiarità delle risorse inserite: questi i motivi per cui l’impresa sociale viene scelta. Mentre sviluppo della creatività, innovazione e anche rinnovamento sono i motivi per cui essa sceglie i giovani». La carenza di giovani è però una nota dolente.

«Sì, perché le imprese sociali li cercano ma non li trovano – evidenzia Bongiovanni –. Sta aumentando al loro interno la consapevolezza del dover diversificare i canali rispetto a quelli tradizionali perché, come i dati dell’Osservatorio ci confermano, molte imprese  faticano ad avviare processi di ricambio generazionale. Per questo motivo quest’anno abbiamo inserito una nuova domanda chiedendo che cosa pensano di fare, se intendono attuare strumenti e soluzioni per ovviare a questo cruciale problema: sette su dieci hanno risposto che si vogliono attivare in questa direzione e una parte di queste si è già attivata. Con la prossima edizione dell’Osservatorio andremo a verificare che cosa sarà effettivamente avvenuto». Quanto emerso dai dati dell’Osservatorio viene confermato da chi è sul campo tutti i giorni: Marco Marcocci, vicepresidente nazionale di Confcooperative e presidente di Confcooperative Lazio, che conferma: « Noi dobbiamo smettere di immaginare che i giovani verranno da noi: credo che questo sia l’assunto da cui partire. Siamo noi che dobbiamo in qualche modo andarli a pescare».

«Ad esempio da alcuni anni Confcooperative si è attivata con il Progetto Policoro promosso con la Cei, che pone al centro il tema Giovani, Vangelo e Lavoro – aggiunge Marcocci –. Avviato a Matera si è poi diffuso in buona parte del territorio nazionale: attraverso l’animazione delle comunità territoriali, si propone di essere una presenza evangelizzatrice nel mondo del lavoro, promuovendone una nuova cultura e accompagnando i giovani nella ricerca e realizzazione della propria vocazione lavorativa». Ma non basta, perché i giovani che hanno voglia di attivarsi sono tantissimi: «Un altro bacino sono le Università e nel Lazio abbiamo attivato CoopUp, progetto che chiede ai ragazzi di creare una loro idea di impresa ma in forma cooperativa. Ai progetti migliori offriamo un percorso di sviluppo e di accompagnamento. Le esperienze belle e concretizzate sono tante: penso a Orto 2.0, ideato da giovani universitari che permette a chiunque di possedere un orto personale coltivato da esperti controllandolo, gestendolo e monitorandolo da remoto attraverso applicazione e sito web. Ma il nostro sforzo prosegue perché siamo consci di dover intensificare il nostro rapporto con i ragazzi».

da Avvenire del 23 aprile 2025

https://www.avvenire.it/economiacivile/pagine/imprese-sociali-controcorrente-per-i-giovani-sono-tra-i-posti-pi-ambiti-c06d7149cb714addaca008ce3a11c7d6?_gl=1*lpypwn*_up*MQ..*_ga*MTIxOTM4MDc3NC4xNzQ2MTY3OTk3*_ga_BRSYFP49FK*MTc0NjE2Nzk5Ny4xLjEuMTc0NjE2ODAwMi4wLjAuMjAzOTM3MTA3MQ..

 

PRESENTANDOCI

Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.


 

 

VI ASPETTIAMO AL NOSTRO CONVEGNO,
Trani, 9-11 Maggio 2025
Per info clicca sulla locandina
oppure scrivi a amministrazione@cercasiunfine.it

___________________________________________________________________________ Il 5 aprile 2025, si è svolta l'Assemblea annuale dei soci di Cercasi un fine per l'approvazione del bilancio (che tra qualche giorno sarà pubblicato sul sito regionale RUNTS, nel nostro spazio). L'Assemblea ha anche votato e/o confermato le cariche associative, che sono le seguenti:

Direttivo: Rocco D’AMBROSIO (presidente), Matteo LOSAPIO (vice presidente), Carlo RESTA (tesoriere), Nunzio LILLO (segretario), Giuseppe FERRARA (direttore della Biblioteca Bice Leddomade, bibliotecaleddomade@cercasiunfine.it), Franco GRECO, Donatella A. REGA.
associazione@cercasiunfine.it

Redazione del Periodico, oltre ai membri del Direttivo: Eleonora BELLINI, Vito CATALDO, Davide D'AIUTO, Paolo IACOVELLI, Lucio LANZOLLA, Elisabetta RESTA, Massimo DICIOLLA, Isabella SANTINI (collaboratrice per l’amministrazione).

Redazione web: Vito CATALDO, Davide D’AIUTO (Responsabile DPO), Paolo IACOVELLI, Eleonora BELLINI, Matteo LOSAPIO. email: webmaster@cercasiunfine.it

Responsabili del gruppo I CARE 2024-2025: Volontarie del Servizio Civile Universale: Naomi BARBERIO, Francesca CAPONIO, Alessia CIMMARUSTI, Giovanna SPINELLI; Fara CELLAMARE (OLP per i volontari SCU); mail: icare@cercasiunfine.it

Auguri a tutti e buon servizio nella scia del I CARE di Lorenzo Milani. Grazie ai soci per la loro presenza o partecipazione on line o per delega.

Ultimi Articoli

Contribuendo

Per sostenere le nostre attività, cioè le scuole di formazione sociale e politica, questo sito web e il periodico cartaceo di cultura e politica, l’insegnamento dell’italiano per cittadini stranieri, la biblioteca “Bice Leddomade” e le altre attività di formazione culturale e sociopolitica, ti invitiamo a:

  • Donare un sostegno economico attraverso un Bonifico Bancario Cercasi un Fine APS

IBAN IT26C0846941440000000019932 BCC Credito Cooperatvo oppure CCP 000091139550 intestato ad Associazione Cercasi un fine

  • Donare il tuo 5×1000: basta la tua firma e il numero dell’associazione 91085390721 nel primo riquadro (in alto a sinistra) dedicato al Terzo Settore – RUNTS. 
  • Predisporre un lascito nel tuo testamento: hai la possibilità di aiutarci nel futuro – nel rispetto della legge, senza escludere possibili soggetti legittimari – attraverso il dono di qualcosa a Cercasi un fine (come una somma di denaro, beni mobili o immobili, una polizza di vita). Il testamento è un atto semplice, libero, sempre revocabile. Con il tuo lascito sosterrai le nostre attività. 

Grazie per quello che farai per noi.

SORRIDENDO