Dal turbarsi alla pace, di Rocco D’Ambrosio

l Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate»
(Gv 14, 23-29 – VI di Pasqua/C).

Leggendo questo brano ho spesso messo in sequenza alcuni atteggiamenti enunciati da Gesù. Eccoli: Lo Spirito ci insegnerà ogni cosa – ci ricorderà tutto – avremo pace (non quella del mondo) – saremo aiutati a non turbaci e a non aver timore. A prima vista sembra che i nessi tra gli atteggiamenti siano un po’ deboli o forse poco chiari: Gesù sembra spaziare tra sentimenti e situazioni diverse. Eppure, sarà per le nostre esperienze personali e per le situazioni pubbliche e mondiali, la “sequenza” è più logica e stridente di quanto possa sembrare a prima vista. Propongo qualche piccola e limitata riflessione.

Siamo persone che spesso siamo restii ad imparare da Dio, a farci istruire dalla Sua Parola: troppe chiacchiere, troppi social, troppe notizie ci stordiscono; mentre meditazioni bibliche, libri di valore, dialoghi, su ciò che conta e vale nella vita, scarseggiano. Ed ecco il dono fantastico dello Spirito: insegnarci ogni cosa e ricordarci le parole di Gesù. Ma bisogno diventare bambini per mettersi a questa scuola, bisogna essere umili, bisogna fare delle scelte anche drastiche (meno social e più silenzio, meno TV e più meditazione, meno chiusura in se stessi e più dialogo). Qualità e non quantità, direbbe Bonhoeffer.

Facendo questo avremo pace? Certo che si. Ma non la pace di molti talk show, auspicata con diverse ipocrisie e bugie, su responsabilità di guerra e volontà di dialogo, mentre tanti, tantissimi continuano a morire. Nella tradizione biblica la parola shalom, pace, significa serenità interiore, pienezza di vita nei rapporti con Dio, con se stessi, con gli altri, con la natura, rispetto della giustizia specie verso gli ultimi, armonia sociale, assenza di ogni paura e pericolo, riconciliazione e risoluzione dei conflitti. Il significato di shalom si avvicina molto a quello di vita buona e felice (eû zên) di Aristotele.

Infine: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”, dice Gesù. Gesù indica due relazioni fondamentali: la sua con i discepoli e la sua col Padre. Queste relazioni sono la forza per superare il turbamento. In altri termini: la forza non sta nelle mie capacità fisiche ed emotive – del resto spesso esse mancano quando sono turbato – ma in una relazione che mi dà forza. Ciò ha valore non solo sul piano di fede, ma anche su quello umano: sono le relazioni forti e vere che mi fanno superare i turbamenti, le paure. Ce la faccio, infatti, se posso contare su autentiche relazioni di coppia e di famiglia, amicizie, fraternità varie. Ce la faccio se la mia fede è profondo e quotidiano rapporto con Dio.

Può aiutare il ripetersi – magari cantando – lentamente le parole di Teresa D’Avila: “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. La pazienza tutto ottiene, chi possiede Dio nulla gli manca. Solo Dio basta”. Nell’originale: “Nada te turbe, nada te espante, todo se pasa, Dios no se muda; la paciencia todo lo alcanza; quien a Dios tiene nada le falta. Solo Dios basta”. Con la testa e con il cuore dovremmo meditare (e cantare) come il centro dell’affermazione di Teresa è: “Quien a Dios tiene”, ossia chi è a Lui legato a doppio filo, con il cuore, il corpo e la mente, diventa vincitore su turbamenti, paure e scossoni… e tutto passa!

Rocco D’Ambrosio [presbitero, docente di filosofia politica, Pontificia Università Gregoriana, Roma; presidente di Cercasi un fine APS]

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