Auschwitz: il futuro della memoria nell’era della post-verità, di Elisa Chiari

Se 80 anni fa quando Primo Levi, ancora in lager, cominciò a scrivere su foglietti di carta con un mozzicone di matita, la paura dei sopravvissuti era veder materializzarsi il sogno di tornare, raccontare e non essere creduti, tanto grande era l’orrore di Auschwitz, il campo simbolo della Shoah liberato il 27 gennaio 1945, non per caso data simbolo internazionale della memoria dello sterminio degli ebrei in europa a opera del fascismo. Oggi, che i testimoni diretti sono rimasti in pochi, che sentono il loro tempo corto, la paura che sentiamo ricorrere nelle parole di Liliana Segre, di Edith Bruck, di Sami Modiano, è che dopo di loro non resti che una frase nei libri di storia, che la memoria, in un clima che non ha più voglia né interesse a coltivarla, svanisca con loro.
Si percepisce, oggi che con i più vari pretesti, sono bersagli di odio sui social, questi ultranovantenni, fragili e forti, che non hanno mai abbassato la testa, che si sono fatti carico con dolore della fatica di testimoniare lo sterminio anche a nome di coloro che, come diceva Primo Levi, hanno visto il fondo dell’abisso e non sono potuti tornare a raccontarlo.
La loro angoscia oggi, è che la verità, perché di questo si tratta, sia sepolta con loro: finché ci saranno nessuno potrà più dire «questo non è stato», ma dopo?
Vedono, come negarlo?, attorno a sé un mondo che ha sdoganato i saluti romani, i simboli dell’orrore, parole e gesti che solo fino a poco tempo fa erano tabù relegati all’indecenza; vedono avanzare l’era della post-verità, sul cui presupposto il nazismo costruì ante litteram le basi della sua menzogna: ripetere una falsità all’infinito è il modo di farla penetrare, di renderla «vera», creduta, indipedentemente dal suo fondamento.
Nell’era dei social tutto questo è amplificato dalla pervasività dei mezzi: cambiano i contenuti, ma la fabbrica del nemico funziona ancora allo stesso modo, solo che va ovunque e più velocemente. Come non capire i loro timori in questo mondo, che pretende da loro, che erano bambini, innocenti e deportati, 80 anni fa, di giustificarsi per le distorsioni delle scelte attuali di Israele? Come non capirli nell’era dell’intelligenza artificiale in cui il confine tra vero e falso diventa sempre più labile e difficile da distinguere, in cui la fabbricazione di una falsità ben confezionata è così a portata di mano.
Non abbiamo altri strumenti per tutelare la pace dei loro fragili anni d’argento che assumere l’impegno di farci carico noi di continuare il loro lavoro, di ristabilire la verità ogni volta che viene negata con qualunque pretesto, di provare a trasmettere a chi verrà dopo il senso critico necessario a non credere a ogni bufala replicata in Rete all’infinito.
Non sarà facile, sarà la sfida ardua del presente e del futuro ma lo dobbiamo a Liliana Segre, a Sami Modiano, a Edith Bruck, a Tatiana e Andra Bucci, come lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra storia, ai troppi che non sono tornati, a chi verrà dopo e non potrà più contare sulle voci di chi è tornato a raccontare.

famigliacristiana.it/articolo/prendiamo-il-testimone-dai-testimoni-di-auschwitz.aspx

 

PRESENTANDOCI

Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.


 

 

VI ASPETTIAMO AL NOSTRO CONVEGNO,
Trani, 9-11 Maggio 2025
Per info clicca sulla locandina
oppure scrivi a amministrazione@cercasiunfine.it

___________________________________________________________________________ Il 5 aprile 2025, si è svolta l'Assemblea annuale dei soci di Cercasi un fine per l'approvazione del bilancio (che tra qualche giorno sarà pubblicato sul sito regionale RUNTS, nel nostro spazio). L'Assemblea ha anche votato e/o confermato le cariche associative, che sono le seguenti:

Direttivo: Rocco D’AMBROSIO (presidente), Matteo LOSAPIO (vice presidente), Carlo RESTA (tesoriere), Nunzio LILLO (segretario), Giuseppe FERRARA (direttore della Biblioteca Bice Leddomade, bibliotecaleddomade@cercasiunfine.it), Franco GRECO, Donatella A. REGA.
associazione@cercasiunfine.it

Redazione del Periodico, oltre ai membri del Direttivo: Eleonora BELLINI, Vito CATALDO, Davide D'AIUTO, Paolo IACOVELLI, Lucio LANZOLLA, Elisabetta RESTA, Massimo DICIOLLA, Isabella SANTINI (collaboratrice per l’amministrazione).

Redazione web: Vito CATALDO, Davide D’AIUTO (Responsabile DPO), Paolo IACOVELLI, Eleonora BELLINI, Matteo LOSAPIO. email: webmaster@cercasiunfine.it

Responsabili del gruppo I CARE 2024-2025: Volontarie del Servizio Civile Universale: Naomi BARBERIO, Francesca CAPONIO, Alessia CIMMARUSTI, Giovanna SPINELLI; Fara CELLAMARE (OLP per i volontari SCU); mail: icare@cercasiunfine.it

Auguri a tutti e buon servizio nella scia del I CARE di Lorenzo Milani. Grazie ai soci per la loro presenza o partecipazione on line o per delega.

Ultimi Articoli

Contribuendo

Per sostenere le nostre attività, cioè le scuole di formazione sociale e politica, questo sito web e il periodico cartaceo di cultura e politica, l’insegnamento dell’italiano per cittadini stranieri, la biblioteca “Bice Leddomade” e le altre attività di formazione culturale e sociopolitica, ti invitiamo a:

  • Donare un sostegno economico attraverso un Bonifico Bancario Cercasi un Fine APS

IBAN IT26C0846941440000000019932 BCC Credito Cooperatvo oppure CCP 000091139550 intestato ad Associazione Cercasi un fine

  • Donare il tuo 5×1000: basta la tua firma e il numero dell’associazione 91085390721 nel primo riquadro (in alto a sinistra) dedicato al Terzo Settore – RUNTS. 
  • Predisporre un lascito nel tuo testamento: hai la possibilità di aiutarci nel futuro – nel rispetto della legge, senza escludere possibili soggetti legittimari – attraverso il dono di qualcosa a Cercasi un fine (come una somma di denaro, beni mobili o immobili, una polizza di vita). Il testamento è un atto semplice, libero, sempre revocabile. Con il tuo lascito sosterrai le nostre attività. 

Grazie per quello che farai per noi.

SORRIDENDO