Women and Peace, di Angela Donatella Rega
E se cominciassimo a marciare? Come Women Wage Peace, ma dappertutto? Direzione Ginevra per noi del vecchio continente e New York per l’America. Tutte verso la sede ONU più vicina. Un messaggio chiaro a tutte le Nazioni affinché si eviti la guerra. Ma presto! Prima che gli uomini, mi scusino e non si offendano i rappresentanti del “sesso forte”, facciano i soliti pasticci.
Lo sappiamo, loro non trovano soluzioni semplici, a volte non trovano soluzioni, semplicemente.
Guardano la scacchiera ed il loro gioco a scacchi può durare anche decenni.
In quei decenni in cui preparano pazientemente le mosse per arrivare allo scacco matto, basterebbe guardassero fuori dalla scacchiera e scoprirebbero che le soluzioni già ci sono e sono a portata di mano, perché il mondo nel frattempo è cambiato.
Sulla Terra c’è posto per tutti, c’è cibo per tutti, bisognerà solo limitare periodicamente le nascite e curare la salute del Pianeta, ci sono gli strumenti per vivere pacificamente.
Noi di svastiche, armi e catene faremmo un gran calderone da mettere sul fuoco per vedere se dopo cottura prolungata possa venir qualcosa da poter utilizzare per fertilizzare glicini e rose, tulipani e peonie, durante erecte e ginestre. Le religioni che ci dividono? Faremmo un’istanza a Dio per liberarcene se necessario, perché sappiamo bene che proprio Lui, il Padre Eterno, si gratta il capo e scuote la testa da mane a sera quando ci vede litigare come bambini che gridano “la mamma è mia e non è tua” oppure “lascia stare che papà vuole bene di più a me!”.
Ci tocca intervenire perché noi abbiamo già capito tutto. E chi ha inventato gli scacchi non ha previsto soluzioni al di fuori del quadrato, nessuna trovata fuori dal reticolato di quadratini bianchi e neri.
Facciamo quindi, noi che vediamo anche fuori dal quadrato, una marcia pacifista, a staffetta per chi non se la sente di farla tutta.
Muoviamoci da ogni dove per uno, due, tre, cento chilometri!
Anche noi possiamo decretare qualcosa esattamente come i governi. I governi sono limitati dai confini, noi no, perché idealmente ci teniamo per mano già da sempre in qualsiasi parte del mondo abitiamo. Possiamo quindi emettere il nostro decreto sulla stupidità delle soluzioni violente e la fine delle ostilità.
Prendiamoci per mano adesso anche fisicamente e facciamo una catena umana che attraversi tutti i Paesi in guerra che sono tanti. Facciamo un po’ come dice una bella canzone di Sergio Endrigo “Girotondo intorno al mondo” che l’autore mutuò da una poesia di Paul Fort del 1913 “Le rond autour du monde”.
Qui https://www.youtube.com/watch?v=kPdqENtruZI ne propongo una versione particolarmente azzeccata che ricorda proprio la manifestazione che a Basilea, nel 1913, tentò di scongiurare l’avvento della prima guerra mondiale anche con l’esibizione di un corteo di bambini che recitavano la poesia di Fort.
Ecco, gli uomini facciano i poeti, i musicisti, gli artisti. Certe decisioni sulla guerra e sulla pace le lascino a noi, che la sappiamo lunga e vediamo lontano, davvero tanto tanto lontano.