Uomini per gli altri, di Pedro Arrupe
L'uomo spirituale
Per contribuire a una vera trasformazione del mondo, eliminandone le strutture del peccato, l'uomo-per-gli-altri deve essere un uomo spirituale, «pneumaticos», guidato e sostenuto dal «Pneuma», lo Spirito di Dio.
La prima caratteristica di quest'uomo è infatti l'amore. Però non basta amare, bisogna amare con discernimento. E il discernimento, come l'amore, sono doni dello Spirito. Il mondo in cui viviamo è il prodotto dello Spirito Santo e del peccato.
Nella lotta per la giustizia, abbiamo bisogno soprattutto del dono del discernimento, sia per scoprire dove si trova e si annida il peccato sia per comprendere i «segni dei tempi», che ci mostrano come dobbiamo operare per eliminarlo. Ne è da escludere che lo Spirito ci si manifesti direttamente per indicarci nuove vie e nuove soluzioni. Ma solo chi possiede lo Spirito è capace di percepire la voce dello Spirito.
L'ideale dell'uomo a cui tende il nostro lavoro educativo è l'uomo «spirituale». Non già l'«homo faber », l'uomo abile e operoso che agli albori della storia cominciò a differenziarsi radicalmente dagli animali dominando il mondo; né il semplice «homo sapiens», che con l'intelligenza e saggezza si eleva al vertice del creato ed è capace di conoscerlo e di spiegarlo; neppure l'«uomo prometeico» che partecipa del potere creativo di Dio trasformando il mondo; e nemmeno l'«homo politicus», che conosce la complessità di questo mondo e sa trovare i punti nevralgici da cui dipendono le grandi trasformazioni sociali.
Tutti questi aspetti dell'uomo rimangono nella sfera dell'«homo psychicus» di San Paolo, cioè l'uomo semplicemente naturale, dotato di spirito o psiche umana. Questo uomo in concreto non esiste, se non come possibilità astratta e ambivalente; di fatto sarà in maggiore o minor misura umano o disumano, fino a diventare l'«homo lupus», rapinatore dei suoi fratelli, o al contrario l'uomo «concors», «philanthropus», amante della pace e degli uomini. Di solito quest'uomo sarà anche «homo religiosus», aperto alla trascendenza, e se la sua religiosità è autentica, fonderà in unità inscindibile l'amore degli uomini con l'amore di Dio.
Però questo ideale non è possibile raggiungere, senza l'aiuto di Dio, che ci trasforma nell'«homo novus», in una nuova creatura, il cui principio vitale ultimo è lo Spirito Santo. Ma questo Spirito è lo Spirito di Cristo, per il quale siamo cristiani. Anche nel lavoro di promozione della giustizia Cristo è tutto: Via, Verità e Vita. Cristo, il Dio-fatto-uomo, che dando la vita per la liberazione e la salvezza del mondo è diventato, più di tutti, l'Uomo-per-gli-altri.
Saggio integrale su:
http://www.sjweb.info/documents/education/arr_men_it.pdf
(Valencia, 31 luglio, 1973)