L'adozione solo se c'è l'impegno del matrimonio, di Benedetta Verrini
Nella forma in cui era uscito dalla discussione in Commissione Giustizia, il testo del ddl aveva ricevuto l’apprezzamento del Tavolo nazionale affido, perché ammetteva una volta per tutte la possibilità di adozione da parte della famiglia affidataria, a condizione che si trovasse in possesso degli stessi requisiti richiesti dalla legge per gli aspiranti adottivi (coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni). Ma quando la proposta è giunta alla discussione dell’Aula del Senato, il 5 marzo scorso, il passaggio sui requisiti è stato soppresso. Quindi è stata rimossa la necessità, per gli affidatari, di essere legalmente sposati.
“La ratio della limitazione alle coppie sposate appare di una evidenza cristallina”, precisa il Forum. “Offrire ai bambini una famiglia che abbia il massimo della stabilità e dell’impegno pubblico, attraverso il matrimonio”. La sfida della proposta in discussione era proprio quella di conciliare due ambiti differenti: avendo premesse diverse - l’adozione un progetto familiare, l’affido una misura di solidarietà temporanea – i due istituti possono essere attuati da soggetti diversi. Ad esempio l’affido, in quanto soluzione temporanea, può essere realizzato anche dai single, ai quali resta anche la possibilità di adottare in “casi speciali” secondo l’art. 44 della legge sulle adozioni. “Ma si tratta, appunto, di casi speciali, mentre la generalità della risposta dello Stato deve necessariamentetendere a dare il massimo a un bambino in difficoltà”, conclude il Forum. “E per lo Stato il massimo è una coppia genitoriale completa, regolarmente sposata, che proprio davanti allo Stato si è impegnata alla stabilità e ai compiti di cura previsti dal codice civile”.
Fonte: http://www.famigliacristiana.it/articolo/l-adozione-solo-se-c-e-l-impegno-del-matrimonio.aspx