L’INCONTRO DI DON FRANCO CON IL CARD. T. SPIDLIK P. MARKO I. RUPNIK E IL CENTRO ALETTI
Le fasi iniziali della ricerca che ha portato all’elaborazione di questo volume risalgono all’autunno del 2002, quando cominciai a prendere sempre più coscienza, attraverso gli studi di spiritualità orientale, dell’importanza del pensiero del teologo Tomas Spidlik.
La rilettura dei suoi scritti mise subito in rilievo una caratteristica di fondo, e cioè che tutto il suo pensiero è concentrato sull’importanza del “cuore” come luogo teologico, punto di contatto tra Dio e l’uomo. A questo si aggiunga che nel frattempo ebbi modo di condurre uno studio di licenza con padre Marko Rupnik, sui significati della “purificazione della mente” in S. Massimo il Confessore, all’interno del grande tema del discernimento spirituale. Questi studi attirarono la mia attenzione sui testi di mistica e di spiritualità dei Padri della Chiesa, che in questo caso mi sembravano decisivi per una più ampia comprensione del pensiero di Spidlik. Sulla base di queste considerazioni decisi di orientare la mia ricerca sulla teologia del “cuore” nel teologo gesuita, nel tentativo di far emergere l’importanza del suo pensiero antropologico valido per la Chiesa contemporanea.
Proprio questi tratti peculiari della spiritualità del cuore di Špidlík, hanno suscitato in me, già dal primo incontro con il teologo gesuita, il desiderio di approfondire il suo pensiero, in quello che diventerà poi, concretizzandosi, l’idea di un progetto per una ricerca dottorale sulla sua teologia. Sono rimasto infatti attratto fin dall’inizio, dal suo stile, nell’esporre le tematiche dell’Oriente cristiano, poichè con grande spontaneità sapeva passare da un autore e da un argomento all’altro, in una semplicità e in modo originale da suscitare sempre interesse per chi lo ascolta. Con un enorme senso della inculturazione, Špidlík, in un dialogo fecondo, sapeva cogliere e riconoscere le categorie e i simboli delle tradizioni, superando pregiudizi e giudizi culturali, in un clima sempre di amicizia e di sano umorismo. Proprio per questo infatti, la forza d’integrazione della sua personalità è stata molto apprezzata anche sulla scena ecumenica, in un modo sempre efficace che sapeva sdrammatizzare i problemi del mondo della Chiesa o dei rapporti personali con delle risposte sempre rivolte nella logica della Divina Provvidenza. Tutte queste caratteristiche in Špidlík, hanno reso manifesto quanto sia stato indiscutibile il contributo della sua opera, che lo ha condotto ad essere considerato in tutto il mondo.
Inoltre, l’attrazione di occuparmi a un tema legato all’Oriente cristiano, è stata determinata anche dall’incontro con il teologo Marko Ivan Rupnik e con l’equipe del Centro Aletti, che si propone di lavorare sullo scambio dei doni tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, attraverso i vari campi di attività, tra i quali le pubblicazioni di libri che sono caratterizzati, appunto, da questo approccio esistenziale ai tesori cristiani.
In definitiva il mio intento è stato quello di cercare di realizzare una riflessione teologica-esperienziale, mettendo in rilievo il forte richiamo al luogo del “cuore” come integrità di tutto l’uomo sul fondamento del mistero del Personalismo Trinitario che “crea la persona” e dove il cuore è il “luogo” della vera conoscenza e dell’intuizione spirituale. Per conoscere la teologia del padre gesuita, si è reso necessario analizzare il criterio e il metodo con cui Spidlik si accostava ai più svariati testi: dalla teologia dei Padri greci, al pensiero medioevale, alla spiritualità dei pensatori russi ecc. Procedendo in una lettura trasversale sui temi legati al concetto di cuore, Spidlik, ha elaborato un pensiero spirituale “organico” in una chiave attuale ed efficace. Questa analisi mi ha permesso di comprendere la grandezza del pensiero di Spidlik, che con grande senso della inculturazione, evidenziava un nuovo modo di porsi nella Chiesa in una prospettiva ecumenica. Per questo Spidlik, è stato un teologo molto autorevole e riconosciuto dalla Chiesa Cattolica e Ortodossa. Un autore che ha colto l’apertura e l’innovazione del Concilio Vaticano II, e che effettivamente ha fatto molto come promotore di un rinnovamento della spiritualità, e nell’apertura al mondo mistico in un pensiero vivente per una Chiesa che vuole respirare “A due polmoni”.
In conclusione, a seguito di questa importante esperienza, l’interesse per la spiritualità orientale e russa, e i profondi e amichevoli contatti con il Centro Aletti di Roma, dove viveva e lavorava il Card Spidlik, mi hanno condotto nel 2006 a discutere la tesi dottorale sulla “teologia del cuore” nel Card Spidlik, grazie in particolare all’incoraggiamento e l’aiuto di padre Marko Ivan Rupnik, e alla grande stima che nutrivo per lo stesso Card. Spidlik, anche in veste del mio “padre spirituale”. Successivamente con all’auspicio del Santo Padre Giovanni Paolo II, ad approfondire lo studio sul profondo pensiero del teologo gesuita, e oggi, all’attualità del pensiero ecumenico e spirituale di Papa Francesco, si è potuto concretizzare il libro: IL CUORE: L’UNO e L’INSIEME, nella speranza che sia un contributo, anche se modesto, per la Chiesa contemporanea.