Il realismo politico non esaurisce la complessità, di Mauro Bonazzi
Forte di una lunga e autorevole tradizione, da Tucidide a Karl Marx, da Niccolò Machiavelli a Carl Schmitt, il realismo politico ha insegnato a guardare al mondo degli uomini, la realtà di cui è fatta la politica, per quello che è e non per quello che vorremmo che fosse. Ancora di più, il realismo politico ci invita a evitare di confondere le analisi politiche con categorie morali come il bene o il male.
Nel contesto dei dibattiti sulla guerra in corso, l’approccio «realista» finisce spesso per essere declinato in modo da favorire, o comunque riconsiderare, le ragioni della Russia — la presunta «cattiva», opposta agli Ucraini, i «buoni» della vicenda, quelli per cui tifare.
Un vero realista, però, osserverebbe che questa opposizione non ha senso: allo sguardo del realista, la contrapposizione tra buoni e cattivi non ha senso, e Russi e Ucraini sono uguali, in fondo: entrambi perseguono il loro interesse, che in un caso, quello russo, è la sicurezza dei propri confini, e nell’altro, quello ucraino, l’indipendenza. Bella o brutta che sia, questa è la realtà delle cose.
Ma è proprio nel momento in cui avessimo il coraggio di riconoscere che questa è la situazione, continua il realista, che si capirebbe cosa è in gioco veramente, e l’assurdità della richiesta all’Ucraina perché si arrenda. Magari una delle due parti vincerà, distruggendo l’altra. Oppure, più probabilmente, si arriverà a uno stallo e alla necessità di negoziati. Ma che questi negoziati avvengano con la Russia in bancarotta o con le truppe russe che sventolano la loro bandiera nel centro di Kiev — non è chiaro che fa una bella differenza? A Russi e Ucraini è chiarissimo.
Quanto a «noi occidentali», continuerebbe il solito realista, e alla delicata questione dell’invio di armi, è altrettanto evidente che la decisione, comunque rischiosa, di inviarle o meno, non dipende da improbabili ragioni morali o ideali, bensì più prosaicamente dalla necessità di doversi posizionare in quello scontro. Nel mondo della politica contano solo due cose, l’interesse e la forza. Gli interessi di Ucraina e Russia sono abbastanza chiari, e in gioco sono appunto i possibili rapporti di forza.
E noi? Quale è il nostro interesse? Intanto qualcuno potrebbe anche obiettare contro il realista che una riduzione del mondo della politica a forza e interesse soltanto, come se non ci fosse spazio alcuno per nient’altro, è forse troppo angusto. Avrebbe ragione, probabilmente, perché anche il realismo politico, come tutte le teorie, non riesce a esaurire la complessità del nostro mondo. Anche i valori contano — davvero a nessuno interessa la giustizia? Anche di questa domanda dobbiamo farci carico. Non è mai semplice il mondo della politica.
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