Il memory group e gli evergreen, di Lidia Calabrò
L’altro giorno, con mia grande sorpresa, ricevo un invito da parte di un’amica psicologa, Daniela Maramao, a partecipare ad una piccola visita guidata sulla Chiesa di Sant’Agnese e Piazza Navona organizzata da un gruppo di adulti, gli evergreen, che si apprestano a concludere un corso sulla memoria tenuto dalla stessa Daniela. È inutile dire che accetto l’invito con grandissimo entusiasmo perché penso che essere parte di quest’iniziativa possa essere per me un’occasione per imparare qualcosa di nuovo.
È sabato mattina. L’appuntamento è davanti al capolinea dell’87 a Colli Albani. Arrivo un po’ trafelata, ma sono molto emozionata per questa nuova esperienza. Ad aspettarmi trovo Daniela con quattro dei suoi evergreen. Gli altri due ci aspettano direttamente in loco. Durante il tragitto, la mia amica mi racconta com’è nata l’iniziativa. Circa tre anni fa, dopo la partecipazione ad un corso dedicato alla riabilitazione per persone malate di Alzeimer, pensa di adattare gli esercizi sulla memoria alle persone adulte che ancora non hanno problemi di memoria ma che sono già avanti con l’età e per le quali se ne presenta il rischio dopo qualche anno. Gli esercizi proposti servono per stimolare il cervello a ricercare le informazioni e a trovare nuove strategie per non dimenticare quanto ricevuto o quanto va ricordato. Per evitare che si annoino, Daniela decide di proporre loro di cercare informazioni su una chiesa di Roma in modo da trovare informazioni e aneddoti a loro sconosciuti e creare una presentazione di quanto ricercato. Questa che visitiamo è, quindi, già la terza chiesa, mentre le prime due sono state San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme.
Gli evergreen (potremmo chiamarli anche i “sempre giovani”), qualcun altro li definirebbe anziani, ma per me non lo sono! Sono arzilli, preparati e pieni di tanto entusiasmo che mi sento contagiata! A turno mi raccontano la storia di P.zza Navona, delle fontane con le chicche relative al Bernini e al Borromini, della chiesa di Sant’Agnese con tanto di descrizione delle opere marmoree all’interno! Tra una pasquinata e una risata (qui il riferimento è alla statua parlante di Pasquino in P.zza di Pasquino, antica P.zza Parione dal nome del quartiere dove sorge Piazza Navona, e sulla cui statua si trovano appiccicati fogli con sù scritte frasi di satira ancora oggi come nei tempi antichi) finisce il percorso guidato. Qualcuno è più emotivo, qualcun altro è più propositivo, ma tutti hanno fatto del loro meglio!
Ora posso dirlo: sono stati così bravi che per la prima volta qualcuno, parlandomi di arte, storia e aneddoti vari, è riuscito a mantenere viva la mia attenzione e a farmi sentire partecipante attiva del loro racconto. Sì, è proprio così!
Mentre ci avviamo a prendere un gelato, non perdo tempo e chiedo loro di raccontarmi come hanno trovato quest’esperienza. Loro sono tutti d’accordo nel constatare che quest’esperienza li ha aiutati tanto nel trovare strategie utili per ricordare informazioni necessarie nel quotidiano e ha donato nuovo entusiasmo. Qualcuno si scusa dicendo che non è molto acculturato di suo, qualcun altro invece dice di aver cercato così tanto materiale da poterci scrivere una tesina!
Ritornando a parlare con Daniela, stimolata dalla mia curiosità, emergono due informazioni importanti. La prima, di carattere psicologico/scientifico, è che questo tipo di attività aiuta il cervello a non impigrirsi e, quindi, a non rimpicciolirsi, e a mantenere attive alcune funzioni cerebrali che diversamente non verrebbero più utilizzate. Questo ha effetti benefici sulla memoria e, nei soggetti a rischio di perdita della memoria, ne rallenta il decorso degenerativo. La seconda, più di carattere relazionale, riguarda il fatto che nel gruppo l’amicizia si è consolidata (gli evergreen sono amici tra di loro già prima di partecipare al gruppo), si è creato autonomamente un equilibrio dovuto al fatto che i singoli membri hanno preso consapevolezza delle proprie abilità e hanno cercato di svilupparle al meglio. Inoltre, il loro entusiasmo li porta a sentirsi anche più fieri di quest’impegno davanti ad altri amici.
Che dire, quindi, se non un grande grazie a queste splendide persone che hanno reso un sabato mattina qualunque in un sabato speciale perché mi hanno fatta sentire una turista privilegiata, che ha avuto per sé sei guide fantastiche che con il loro entusiasmo e la loro semplicità l’hanno arricchita! Quest’esperienza mi lascia con la speranza che molti altri psicologi si prendano cura delle persone sagge (sempre più in aumento) della nostra povera ma ricca Italia e che tante persone mature abbiano il coraggio di mettersi in discussione e di riconoscere che il nuovo periodo della vita che stanno vivendo porta con sé nuove risorse e nuove possibilità. Eh, sì, perché mettersi in gioco dopo i sessant’anni è una cosa tanto difficile quanto meravigliosa…e gli evergreen sono stati semplicemente meravigliosi!
Lidia Calabrò