Condividere, ma una risata ci seppellirà, di Angela Donatella Rega
La condivisione è l’asse portante dei social, ne abbiamo abbondantemente analizzato gli aspetti negativi, trascurandone forse i positivi.
Bene, sapete come avviene quando hai improvvisamente un’illuminazione? Mentre cogitavo sui problemi del mondo, come mi capita di fare all’incirca dalla nascita, e nel frattempo sbrigavo faccende varie, mi sono fermata di colpo battendomi una mano sulla fronte. Ma com’è che non ci ho mai pensato?
La soluzione dei problemi del mondo sta in quella parola: condivisione, che così cara ci sta da quando possiamo condividere tutto, dalla settima portata di un ristorante al sorriso dei nostri bambini, al pelo del nostro gatto.
Condividere è fantastico. Alcuni ci provano anche con quello che mettono a tavola, con la propria mensa, e dicono di sentirsi felici nel farlo.
Quindi si può essere felici nel condividere.
E se questa simpatica attitudine la trasferissimo su scala mondiale alle Nazioni, ai Continenti?
Certo, una parte delle organizzazioni sovranazionali ci prova da sempre, ma sempre con quelle difficoltà, ormai inspiegabili, dovute alla difesa di ciò che è proprio all’interno di un confine.
Confine? Cosa significa confine ormai? C’è qualcosa, di ciò che una Nazione ha, che si fermi al proprio confine? Che non lo oltrepassi? Assolutamente niente.
Continui scambi, compravendite, scambi culturali anche. Invece si pensa ancora a confini ed armi…mah!
Ho compreso bene le parole di papa Francesco quando dice “mi sono vergognato di sapere che il 2% del Pil sarebbe stato destinato agli armamenti”. Ha provato vergogna per gli altri per quelli che dovrebbero vergognarsi ma non ci arrivano ancora. E’ come quando un tuo compagno di classe, cui vuoi bene, è interrogato e non ha studiato al punto che non riesce neanche a rispondere a qualcosa che, se ci pensasse su, saprebbe dire benissimo perché è facile, intuitivo. Poi ti vergogni per lui, ovvio!
Intanto parlano di un gran reset mondiale organizzato dai potenti, i complottisti.
Ma se fosse vero, che vergogna! Non sarebbe più facile fare una politica concorde di contenimento demografico e di sicurezza alimentare attraverso la condivisione delle risorse? Il tutto in pace?
È così difficile essere, a seconda di quello che si è ora, meno ricchi, meno poveri e tutti più felici?
Inspiegabile davvero, questo rifiuto della felicità.
Non è complicato. Bisognerebbe finirla una buona volta con questa storia del guadagno anche a costo della vita (degli altri).
Basterebbe poco. Ma i grandi della Terra, piccoli come risorse intellettive evidentemente, non ci arrivano ancora. Pazienza, quando ci arriveranno, noi non ci saremo e neanche i grandi di ora, naturalmente.
Dite che sono ottimista, perché penso che ci arriveranno?
Ma noooo! Dalla barbarie si evolve, suvvia, e la condivisione è il prossimo passo evolutivo. Rideranno di noi, gli esseri umani del futuro, anche quelli bionici, che, dicono, ci saranno ed anche i robot antropomorfi, statene certi. A sera intorno alla pompa di calore ad energia eolica rideranno a crepapelle raccontando le storie del nostro tempo.
* [redazione Cercasi un Fine]