Cattolici ricordino che fede non è ideologia, di Rocco D'Ambrosio
"Sembra quanto mai necessaria una riflessione, a margine dei risultati europei, sul voto dei cattolici italiani. Già i cardinali Parolin e Bagnasco avevano stigmatizzato alcuni atteggiamenti lesivi della fede cristiana e contrari a un'Europa unita, che i fondatori, cattolici in primis, hanno sempre difeso.
Si ha l'impressione che i pastori italiani non siano stati tanto presenti nel difendere principi etici universali".
E' il commento di don Rocco D'Ambrosio, docente di Etica politica della Pontificia Università Gregoriana di Roma, all'esito del voto per le europee. "Certamente non si chiede ad essi di dare indicazioni di voto - osserva -, ma credo che sia doveroso per tutti i cattolici ricordare che la fede non è ideologia ma impegno concreto per il bene dei singoli, dei gruppi e delle comunità, anche internazionali".
D'Ambrosio ricorda che il Concilio e Paolo VI insegnano: "una medesima fede può portare a impegni diversi": "Quindi è giusto non ritornare ai tempi della Dc quando si tendeva ad orientare il voto cattolico. Ma tutto questo non significa restare in silenzio quando sono in gioco i cardini della democrazia - dice -: solidarietà, unità dei popoli, pace, rispetto della dignità di tutti, accoglienza, rispetto delle istituzioni e della fede religiosa, giustizia e così via. Principi anche cristiani".
Per il docente della Gregoriana, "la proposta lanciata da papa Francesco di indire un sinodo della Chiesa italiana sembra essere quanto mai attuale: è innegabile una sorta di 'scisma sommerso' tra i cattolici italiani, specie sui temi sociali e politici. Abbiamo bisogno di riflettere tutti insieme sulla nostra testimonianza di fede nel mondo.
Non basta essere contro aborto, eutanasia e altri temi di etica personale; accanto a questi deve essere della stessa forza il No a razzismo, xenofobia, corruzione, mafie, egoismi nazionali e discriminazioni". "Niente deve fermare o compromettere la testimonianza di pastori e laici credenti. Il buon Dio ci invita a essere forti e liberi da ogni compromesso con chi vuole comprare, magari con privilegi o leggi, o strumentalizzare, in tanti modi, il consenso dei credenti", conclude.
(ANSA).