Un cuore coperto di neve: il nostro, di Donatella A. Rega
“Col cuore coperto di neve” , non ho mai posseduto un libro più difficile da leggere di questo di Silvestro Montanaro, e non perché non si mostri scorrevole durante la lettura, ma per i temi trattati: una storia per ogni capitolo ed una più sconvolgente dell’altra, tutte vere, tutte raccolte dall’autore intervistando donne e bambini disperati in ogni parte della Terra. Esseri umani disperati perché il nostro mondo “civile” si ostina ad ignorarne l’esistenza o francamente a schiacciarla.
Silvestro Montanaro è improvvisamente scomparso il 10 luglio scorso, nel pieno della sua attività giornalistica, attività lontana ormai dai riflettori della RAI e delle più grandi testate giornalistiche, ma coerente con tutta la sua vita. La sua assenza farà forse segnare il passo ad un processo di presa di coscienza e di limpida informazione che si era aperto con il suo sito: Raiawadunia, oppure il seme che muore sottoterra germoglierà e darà frutti abbondanti. Ma ciò che ci fa riflettere, in merito alla coerenza, è che ancora una volta dobbiamo chiederci come mai questa fedeltà e questa onestà nei confronti degli ultimi e dell’informazione siano automaticamente messe fuori dai grossi canali della comunicazione mediatica, in special modo quella televisiva.
In effetti Montanaro fu licenziato dalla RAI subito dopo la messa in onda del suo documentario su Thomas Sankara, il presidente del Burkina Faso che aveva avviato una rivoluzione pacifica negli anni 80’ facendo riappropriare il suo popolo delle materie prime della propria terra e soprattutto dei processi di trasformazione di quelle materie. Inoltre egli aveva protestato vibratamente, nella conferenza panafricana del 1987, contro il debito dei Paesi Poveri ed in sostanza contro i prestiti condizionali imposti dall’Occidente. Sankara fu ucciso tre mesi dopo la conferenza panafricana ed il sogno del Burkina Faso finì.
Nel nostro torpore quotidiano, abituale, poco sappiamo di Sankara e di Montanaro che perse il lavoro raccontandone la storia.
Ma Montanaro ha raccontato altre storie, una parte delle quali ci converrà conoscere leggendo “Col cuore coperto di neve” per scuoterci e poi soprattutto gridare “I care!”, perché non c’è altra strada per venir fuori dall’orrore che ci svela.
Una dopo l’altra si dipaneranno sotto i nostri occhi storie di bimbe massacrate sul mercato del sesso, donne tenute schiave e sottoposte ad ogni tipo di violenza. Storie che sono sotto i nostri occhi anche qui in Italia, ad ogni angolo di strada. Un mercato che, in mezzo agli altri, appare il più atroce, seguendone le logiche, le famose “logiche di mercato”. Peccato che la merce sia umana.
Ciò che ci rigettano in faccia le pagine di Montanaro è l’indifferenza in mezzo alla quale tutto ciò avviene. Un’indifferenza che sottintende la paura di contrastare il potere del male o l’omertà di ciascuno di noi quando giriamo la testa dall’altra parte.
Ma c’è un rimedio ed è uno solo, un verbo così difficile da pronunciare ma così efficace per contrastare la nostra apatia: amare, come egli ha più volte ricordato in diversi suoi interventi in giro per il mondo e per l’Italia.
Così recita la sua dedica sulla mia copia: “…..con l’augurio che tutti insieme si faccia presto tornare primavera”.
Grazie, Silvestro, ci proveremo.
[redattrice CUF]