Nel dolore, sempre per gli ultimi, di Eugenio Melandri
GRAZIE ALA VITA
Colpo di coda del drago. Ha deciso di farsi sentire pesantemente. Fino al punto che io e gli amici che sono accanto abbiamo deciso di chiamare il pronto occorso per e farmi ricoverare in ospedale. Stavo malissimo. la pancia gonfia ma bloccata. Dolori forti all'addome, ma soprattutto una sorta di continui spasmi che mi facevano gridare dal dolore. Poi tanto freddo. Soprattutto alla schiena. Intanto sentivo salire il cibo che avevo mangiato a cena: una minestra in brodo. Pare che il drago avesse deciso di non farla passare. Di qui una sorta di malessere veramente insopportabile che mi faceva solo piangere e in alcuni momenti urlare dal dolore. So che sono gi effetti indesiderati della chemioterapia. Ma quando il drago decide di mettersi in azione è difficile contrastarlo.
Alla fine abbiamo deciso di chiamare il Pronto soccorso. E con ogni probabilità sarei di nuovo stato ricoverato in ospedale ricominciando la trafila di due settimane fa.
Fortuna che l'ambulanza è arrivata un'ora dopo. Nel frattempo la violenza degli spasmi è andata diminuendo fino al punto che insieme abbiamo deciso - anche dopo aver visto che la pressione e i parametri essenziali andavano fondamentalmente bene - di non andare all'ospedale. Con l'impegno da parte mia che avrei richiamato se gli spasmi di dolore si fossero ripresentati. Erano ormai le 11 e io ero letteralmente spossato. Mi sono addormentato e ho dormito fino adesso.
Devo confessare che ho avuto tanta paura. La paura, questo elemento che ti entra dentro e ti condiziona pesantemente. E confesso agi amici ch spesso io mi faccio prendere dalla paura soprattutto quando compare il dolore.
Continuo a chiedere al Signore che non mi faccia soffrire troppo. Sono tre anni che il dolore, spesso anche pesante e insopportabile mi accompagna: "Padre se è possibile allontana da me questo calice, ma s faccia la tua non la mia volontà".
Ora tutto è più calmo. La paura c'è ancora, lo confesso: Superata dalla voglia di combattere fino in fondo una battaglia che mi accorgo essere tutto meno che facile.
Intanto il Parlamento approva il decreto sicurezza. Una legge che spero venga ritenuta incostituzionale che limita i diritti e costringe tante persone a vivere per strada. Questo governo non del cambiamento, ma della vergogna che cerca il consenso popolare facendo leva sui sentimenti più egoisti delle persone. Non mi meraviglio della Lega che ha costruito il suo consenso gridando "prima gl italiani". Penso invece al movimento 5 stelle che fino ad ora non immaginavo potesse arrivare a tanto pur di restare a governare. E mi sento vicino a quegli esponenti del movimento che hanno manifestato anche pubblicamente il loro disagio e il loro dissenso. Voglio di qui dire in particolare Grazie ad Elena Fattori di Genzano. Le voglio dire che le sono vicino e non potendo fare altro, Prego per lei. Grazie Elena.
Il tempo passa. E' notte. Oggi, prima domenica di avvento, sento davvero che per me è il tempo di fare i conti con quelle che potrei definire le realtà ultime. Che poi sono anche le realtà prime. E' il tempo in cui dire, spesso anche gridare a Dio che attendiamo (e attendo) che realizzi davvero le sue promesse: In quel tempo, dice nella prima lettura il profeta Geremia, farò germogliare per Davide un germoglio giusto che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
Signore torna davvero su questa terra dove i poveri vengono sacrificati alle esigenze dei cosiddetti mercati. Dove i migranti vengono cacciati in nome del coloe della pelle, del credo religioso o della paura dell'incontro. Vieni, Signore, non tardare. Non aspettare perchè da soli non siamo capaci. Vieni. Signore, in questa terra devastata perchè sfruttata e violentata, in nome del guadagno e del profitto ad ogni costo.
Vogli lanciarlo oggi al Dio della vita e dell'amore questo vero e proprio Grido: Vieni Signore, la terra in pianto geme. "Oh se squarciassi i cieli e scendessi" . Abbiamo bisogno di te.
Intanto la notte sta passando. Sono le quattro del mattino. ancora sento la nausea e devo fare i conti con i dolori di pancia. E' il drago che non si dà pace. Ma capisce anche, che, in qualsiasi modo finirà questo battaglia, resterà ugualmente sconfitto. Verranno i giorni - dice Geremia - in cui io realizzerò le promesse di felicità che ho rivolto a Israele e a Giuda. Il Signore non dimentica mai le sue promesse.
GRAZIE ALLA VITA
Un abbraccio
Carlo