Malasanità e scelte etiche, di Rocco D'Ambrosio
La morte del piccolo Giovanni lascia senza parole. Non ci sono dubbi. Eppure solo le parole aiutano a dare senso, a fare giustizia e a evitare che tutto possa succedere di nuovo. Nell’animo dei genitori, amici e parenti – sono sicuro – sono momenti in cui un vortice di pensieri ed emozioni si muove come un uragano che spazza via tutto e, al tempo stesso, vuole delle ancore a cui aggrapparsi. E un’ancora è quella della giustizia. Essa non è vendetta – e se lo diventasse non sarebbe più giustizia. Essa è il volere che siano accertate responsabilità e siano puniti coloro che risulteranno colpevoli. Il desiderio di giustizia supera lo stretto ambito personale e familiare, sacro e, quindi, inviolabile. Essa è e resta pubblica: chiedere giustizia, infatti, vuol dire riferirsi a quanto, qui come in tutta Italia, è responsabilità non solo diretta e immediata dei fatti di malasanità (lavoro che spetta ai magistrati), ma anche responsabilità pregressa, direi quasi antica, preminentemente politica. La malasanità è cosa diversa dagli errori umani, che succedono (pochi) anche nei paesi con il miglior welfare. La malasanità è il frutto di quel meccanismo perverso di una politica che invade tutti i campi e, specie nella sanità, corrompe, spadroneggia, toglie risorse, spartisce sulla pelle dei pazienti. La malasanità è anche conseguenza della riduzione di risorse per attrezzature e personale sanitario: problema che espone gli operatori a rischi umani pericolosi. Dignità e responsabilità impone che, specie in questo momento, i politici tacciano e si riuniscano non per spartire ma per verificare la qualità e l’efficienza dei servizi sanitari regionali. Ci vuole molto a capire che se si votano politici o nominano dirigenti incompetenti e/o eticamente discutibili i casi aumenteranno? Ci vuole molto a capire che formazione professionale ed etica degli operatori sanitari non è un optional ma un dovere sacrosanto? Si, purtroppo ci vuole molto a capirlo, perché la politica come la sanità, la società come l’economia sono spesso abbandonate a logiche di profitto e di potere a ogni costo, dove non si guarda in faccia nessuno. Salvo poi a rilasciare qualche parola retorica quando il piccolo Giovanni - come altri – muore cosi drammaticamente. Giovanni è salito in Cielo nel giorno di san Nicola. Il Santo è ricordato per l’amore ai piccoli. Ma il Santo è stato anche modello di verità e amore per gli ultimi. Non dimentichiamolo: è il miglior modo per onorare Giovanni e per fare giustizia.
Rocco D'Ambrosio
fonte: Repubblica- Bari dell'11 dicembre 2018