Le sfide per i cattolici in politica, di Maria Bologna
Ho appena letto "Non come Pilato" di don Rocco D'Ambrosio - professore ordinario di Filosofia Politica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma - invita a riflettere sulle sfide per i cattolici nel realizzare giustizia e pace nel mondo sociale e politico, contro povertà ed esclusione sociale. La Dottrina sociale della Chiesa afferma che la politica è una delle forme più alte di carità, perché significa servire il bene comune - se la nostra vuole davvero essere chiesa dei poveri per i poveri. I cittadini, quindi, non possono disinteressarsene e lavarsene le mani, ricordando sempre che la politica sta al potere come l'amore sta al sesso; ed è il popolo della Chiesa che ci insegna cosa la Chiesa sia.
In sintesi i temi trattati dall'autore:
- La crisi della grandi ideologie di destra e di sinistra assieme all'eccesso di globalizzazione hanno determinato il frantumarsi delle culture monolitiche , considerate come un blocco unico ed intoccabile.
- I "clericali principi" sprezzanti , intesi come coloro che chi si autosegregano dalla vita sociale, non conoscono a fondo ne la civiltà ne il progresso, come diceva Don Sturzo.
- I rischi di questa impostazione sono saccenteria, parocchialismo come "difesa del feudo"
Per eliminarli o ridurli è necessario monitorare la prudenza ed il rispetto nel valutare la realtà di oggi. E' necessario evitare forme di clericalismo che scatenino effetti uguali e contrari, ma dannosi in egual modo. E' pertanto benevenuta questa nuova Chiesa di Papa Francesco, una Chiesa che rompe gli schemi, in dialogo verso bellezza e bontà. Alcuni spunti dell'Evangelii Gaudium - su cui è necessaria una profonda meditazione:
-) bandire il proselitismo fine a se stesso
-) conoscenza e rispetto per il pensiero altrui
-) bandire clericalismo ed anti clericalismo
-) essere onesti sui limiti della chiesa
-) cercare un impegno comune
-) onesta sulle differenze endogene presenti
E' bene pertanto che il cattolico si interessi di politica, col massimo dell'entusiasmo, dando il meglio di se ed in modo "assiduo" , per evitare una fede completamente staccata dalla realtà terrena. Allo stesso modo la Chiesa non si puo' confondere con un solo partito politico - ne il potere politico puo' sostituire quello religioso, ne viceversa (Date a Cesare ciò che è di Cesare) - Esistono poteri e poteri.
Assolutamente centrale nel pensiero dell'autore la lotta alla corruzione. Lo stesso Bergoglio segna molto bene la differenza sostendendo "Peccatori SI! Corrotti NO" , facendone un analisi attenta delle radici, attori, manifestazioni, percorsi della medesima; dicendo No a logiche miopi di collocazione politica e a prassi clientelari e mafiose. Parallelamente occorre dire un forte "Basta alla mafia" che sostituisce l'adorazione del potere a quella del Signore.
E' necessaria la lotta all'ideologizzazione della fede - cioè considerarla un sapere esclusivo proprietà solo di un gruppo ristretto (con conseguente dogmatismo e scarsa disponibilità al confronto) , integralismo, fondamentalismo.
Per quanto riguarda i partiti, sappiamo bene che ad oggi sono diventati dei veri e propri feudi e feudi autoreferenziali - che si automantengono ed autoreplicano - basati su ricerca e mantenimento esclusivo di poteri e privilegi - , organizzazioni in cui è quasi impossibile avvicinarsi e prendere posti di responsabilità.
Viene ribadita l'importanza di uscire di casa, dedicare del tempo, dialogare e confrontarsi, approntare strategie per raggiungere finalità sociali , frequenza degli incontri, essere costanti - dialogare abbassare le difese e le porte, recuperare relazioni autentiche.
E' necessario un confronto autentico - aprire le porte ed abbassare le difese, essere capaci di fare spazio al punto di vista altrui. Essere AUTONOMI e responsabili , ma non INDIPENDENTI, uscire da se, essere responsabili e non narcisisti pacchiani, comprendere, incontrare e partecipare, prendere su di se, essere responsabili nel senso pieno del termine, dare, nella misura in cui sia dono pieno e felice, essere fedele alle proprie radici
Concludendo: IL POTERE PUO ESSERE BESTIA O GRAZIA. Il Potere deve essere a servizio della Comunità, non opera di quella "Bestia" di cui parla la rivelazione biblica.
[mba, politecnico di Milano]