La politica debole del M5S, di Rocco D'Ambrosio
ANSA/ M5S: DON D'AMBROSIO, DELUDE DEBOLEZZA PROPOSTA POLITICA |
ESPERTO GREGORIANA, NON BASTA DIRE NO; SERVE PROGETTO, STRATEGIA |
ROMA |
(di Nina Fabrizio) (ANSA) - ROMA, 4 MAR - "Ho seguito con attenzione la presentazione dei parlamentari del Movimento 5 Stelle: positivamente sono rimasto colpito dalla loro disponibilità e dall'entusiasmo a determinare un rinnovamento nella politica italiana, caratteristica che ha accomunato il movimento fin dal suo nascere. Tuttavia sono rimasto molto perplesso dalla debolezza della proposta politica: la politica non si fa semplicemente dicendo no, ma la si fa presentando un progetto e una strategia". Lo afferma all'ANSA don Rocco D'Ambrosio, docente alla Pontificia Università Gregoriana e creatore delle Scuole di formazione all'impegno sociale e politico, secondo cui "il movimento ha bisogno di passare dalla protesta alla proposta altrimenti farà danni a se stesso e all'intero sistema politico italiano". "Molte persone che hanno votato il movimento sono stanche e vogliono un cambiamento - osserva don D'ambrosio -. Questo non é stato molto compreso dai partiti ad esempio di sinistra, come Pd e Sel che per tradizione si ritengono più vicini alla società civile e ai movimenti e non hanno dato segni di rinnovamento. Anche le primarie si sono risolte in nuovo esercizio di potere". Tuttavia, prosegue il docente alla Gregoriana, "io ho sentito dire più volte nelle interviste a questi nuovi parlamentari riferimenti a una rivoluzione culturale che stanno compiendo. Sinceramente - spiega - resto un po' perplesso, se rivoluzione culturale è grande uso del mondo del Web ben venga, è una forma di partecipazione ma la rivoluzione culturale vuol dire contenuti, e strategie di realizzazione". "Da questo punto di vista - osserva - è interessante che se uno si legge il regolamento dei grillini non trova nessun riferimento a principi etici, per esempio alla Costituzione, che sono quelli fondanti per loro e per tutti. Si trova solo il desiderio di cambiare la prassi ma la domanda che verrebbe da porre è: in che cosa crede questo movimento?". C'é poi, secondo l'esperto di formazione politica, un'altro aspetto "estremamente pericoloso", quello cioé che "i problemi comunicativi li risolve Beppe Grillo e gli altri sono completamente esautorati dal prendere decisioni tanto è vero che non possono andare nei talk show". Ma dire no al confronto, al contraddittorio, "é pericolosissimo in un movimento che esalta tanto la democrazia e la partecipazione dei cittadini, partecipazione è dialogo, luogo di incontro in cui ci si confronta, si arriva a stabilire quello che è comune e non solo le strategie proposte e imposte dal leader". Oggi, ad esempio, "i parlamentari mentre si presentavano dicevano quello che gli stava a cuore e per cui avrebbero profuso il loro impegno, ma mi chiedo se siano a conoscenza di come si pone un argomento in una commissione parlamentare". "Ciò che è più triste di questo fenomeno - commenta ancora - è che si tratta del preciso frutto di una latitanza dei partiti e di tutte le istituzioni culturali che dovevano formare la vita politica, nei 20 anni di Berlusconi ci siamo solo lamentati di Berlusconi ma chi si è impegnato nella formazione politica?". Ora, osserva ancora, "bisogna certamente dialogare con queste persone, ma non so quanto loro vogliano dialogare, c'é anche una presunzione nel loro modo di porsi. Come se non sapessero che sono una parte degli italiani, non tutti e una parte deve dialogare con gli altri, un grande desiderio di democrazia se non è radicato bene può degenerare in populismo". "Il parallelo con la Lega dei primi tempi - spiega ancora - non è fuori luogo, era un movimento arrabbiato che ripeteva sempre la secessione della Padania e non aveva interesse a esprimersi sui grandi temi istituzionali che sono nell'agenda del Paese. Del resto poi non può essere che così perché se non c'é discussione interna ma solo uso del Web per il consenso immediato, il consenso lo ottieni solo su ciò che imponi". "Come diceva Peguy la rivoluzione o è morale o quello che credevi essere una rivoluzione si esaurisce o si trasforma in una ripetizione del malaffare e nell'assuefazione al sistema come nel caso della Lega. I grillini dicano quali sono i contenuti a cui si ispirano e mostrino le strategie politiche ricordando che le strategie si fanno insieme. si deve dialogare, e dialogare significa trovare quella parola nuova che non è mia, non è tua ma è in mezzo a noi". (ANSA). |