L’Europa, non i populisti, di Rocco D'Ambrosio
E' una vecchia storia: andiamo a votare alle elezioni europee troppo concentrati sulla situazione italiana.
Purtroppo ai populismi anti Europa di Bossi e Berlusconi si sono aggiunti quelli di Grillo e compagni. Ennesimo segno di un popolo democraticamente immaturo e di una classe politica miope e ripiegata su di sé, in affari e malaffari.
Dell’Europa, nel sentire comune, finora, sono passate poche cose. Sull’Europa siamo sostanzialmente ignoranti e il primo populista che arriva attrae e seduce i più ignoranti.
Esempio: Lega e M5S maledicono l’euro, ritenuto responsabile del carovita e dimenticano volutamente che il caro-euro è responsabilità del precedente governo Berlusconi, con le sue disastrose politiche economiche e con il non aver ordinato i controlli necessari, nel passaggio dalla lira all’euro, per contenere gli abusi, come è stato fatto altrove.
Ma l’Europa è ben di più dei populismi.
Ma questo a Lega e M5S non interessa.
Persino Renzi indugia al populismo sull’Europa: ora per lui le prossime elezioni sembrano essere semplicemente un test elettorale.
L’Europa è altro, grazie a Dio. Speriamo che i populismi non ce lo facciano dimenticare del tutto. È il sacrificio di tanti fondatori, uomini e donne di diverse culture e religioni, che hanno creduto in una casa comune.
È lo sforzo di rinvigorire radici comuni, religiose e non, per assicurare pace, prosperità e sicurezza a tanti popoli. È volontà di conoscere, dialogare, camminare insieme e considerare la diversità come arricchimento. È guardare al mondo intero non per dominarlo, ma per aiutarlo ad essere sempre più casa per tutti, specie per gli ultimi e i poveri.
Scriveva Altiero Spinelli: nella battaglia per l’unità europea è stata ed è tuttora necessaria una “concentrazione di pensiero e di volontà per cogliere le occasioni favorevoli quando si presentano, per affrontare le disfatte quando arrivano, per decidere di continuare quando è necessario".
L’Europa è qualcosa che ci interessa da vicino, più di quello che le corte vedute burocratiche o il teatrino politico nazionale ci fanno credere.
Ci sta a cuore che i nostri giovani imparino l’inglese e le altre lingue, che viaggino, studino e lavorino sempre più all’estero, non per abbandonare l’Italia, ma per ritornarci e contribuire seriamente al suo sviluppo.
L’Europa è una risorsa per tutti, anche per il nostro sud. Non aiutano lo scontro di civiltà, le crociate per le radici cristiane, l’alzare muri e barriere, specie verso coloro che vengono dal sud del mondo.
E per fare tutto ciò abbiamo sempre più di riflettere su quanto la vita sociale, politica e culturale europea appartenga a tutti gli uomini e donne che vivono in Europa, provenienti da etnie, fedi religiose e culture, diverse tra loro, ma che nella Costituzione europea possono e devono ritrovarsi, facendo derivare, da questi, le risposte alle tante emergenze attuali.
Così si esprimeva Altiero Spinelli, in un discorso al parlamento europeo nel 1983: "Avete tutti letto il romanzo di Hemingway in cui si parla di un vecchio pescatore che, dopo aver pescato il pesce più grosso della sua vita, tenta di portarlo a riva. Ma i pescicani a poco a poco lo divorano, e quando egli arriva in porto gli rimane la lisca.
Quando voterà fra qualche minuto, il Parlamento avrà catturato il pesce più grosso della sua vita, ma dovrà portarlo fino a riva, perché ci saranno sempre degli squali che cercheranno di divorarlo. Tentiamo di non rientrare in porto con soltanto una lisca”.
di Rocco D’Ambrosio
Numero dedicato a
Altiero Spinelli (1907-1986), politico, europarlamentare,
testimone di crescita, democrazia e unità tra i popoli