Il papa e alcuni oppositori, di Alejandro De Marzo
Sul papa che parla o meno cerchiamo di capire una cosa, anzi due.
1. Ognuno ha facoltà di comunicare ciò che crede e quando vuole, e soprattutto le figure istituzionali sanno farlo secondo parametri e ragioni supermeditate frutto di una riflessione specifica e di un lavoro immerso in una collettività di collaboratori e consiglieri. Quindi non sottovalutate il Papa e piuttosto siate meno banali. Non è che il Papa deve sottostare a tempistiche impulsive, automatiche e prevedibili (quand'anche giuste e condivisibili) come molti stupidamente o malignamente stanno scrivendo per criticarlo. Non è che deve commentare ogni strage quotidiana (visto che ce ne sono di gravi sempre e tutte sono importanti, e non fa differenza un morto più un morto in meno) pur di non risultare indifferente alle stesse e compiacere l'immagine che avete di lui e l'idea che volete del papato.
2. Non è che il silenzio è sintomo di menefreghismo (lo sanno bene i musicisti e gli attori quanto significato vi sia in esso!) anzi è la risposta più cristiana di fronte al male (Gesù nulla replicava a chi lo voleva cogliere in fallo, ai sommi sacerdoti e Ponzio Pilato che lo accusavano, a chi pretendeva da lui di esibire la sua divinità per dimostrarsi Dio) bensì il metodo da usare per fronteggiare Satana e le sue manifestazioni (da quando è Papa infatti Bergoglio non smette di spiegare questo suo metodo ed invitarci ad applicarlo) per cui a me non stupisce affatto che dia prova esemplare di come reagire e i frutti che se ne possono cogliere (anzitutto liberare l'umanità da un comportamentismo psicologico che ci rende schiavi dei fatti anziché lucidi nell'intervenire per cambiarne cause e responsabili). Tra l'altro molte vicende (atti terroristici, offese, incidenti o eventi dolosi) sono costruite apposta per sollecitare le relative reazioni, quindi è da ingenui ritenere di dover istintivamente assecondarli fornendo immediati responsi con comunicati o reazioni. "Porgi l'altra guancia" significa spiazza il nemico con ciò che non si aspetta e non con quello che ha programmato di ricevere, e non si risponde al male con il male. Abbiamo tutto da imparare dal Papa, non solo i contenuti catechistici della nostra Fede ma anche le forme della interazione e della testimonianza nella vita reale. La battaglia spirituale si trova su un livello di intelligenza che certi giornalisti e detrattori della Chiesa e di Bergoglio non arrivano a capire.
[docente di comunicazione, Bari]