Brutti presentimenti politici, di Rocco D’Ambrosio
Mentre guardavo il giuramento dei ministri del nuovo governo mi venivano in mente brutti presentimenti. I ministri giuravano e giungeva la dichiarazione sarcastica di Di Maio: “Squadra perdente non si cambia!” e quella di D'Alema sui voti che il PD perderà. E come non dar loro ragione?! Il governo entrante è una fotocopia (brutta) dell’uscente. I referendum possono anche essere vinti e stravinti da una maggioranza popolare, ma poi Governi e Parlamenti, incassano il colpo, fanno finta di cambiare, ma continuano imperterriti sulla loro strada. Ci ricordiamo il referendum sull’acqua? E gli altri? E’ una sorta di cliche che si ripete spesso, ovviamente mentre crescono rabbia, populismi e cultura anticostituzionale.
Cosi il governo attuale continua la linea Renzi. Era troppo bello credere al suo discorso del 4 dicembre notte: sembrava di essere diventati una democrazia normale, quella dove chi perde va a casa, ritorna al suo lavoro (cosa difficile per diversi nostri politici, visto che non lo hanno), semplicemente scompare. Troppo bello per essere vero, perché noi siamo in Italia. Chi perde o continua a restare in sella, oppure fa finta di dimettersi per governare in altri modi e da altri luoghi. Tranne stucchevoli messaggi sul ritorno a casa dopo le dimissioni, che tentano di strappare lacrime, che andrebbero invece versate per questo indegno panorama politico.
Il governo attuale è l’ennesimo capolavoro dell’attuale maggioranza del PD. Ovviamente questo è un giudizio politico, che nulla toglie alle capacità personali del nuovo presidente e dei singoli ministri di fare del bene, come la Costituzione comanda. Tuttavia non si può trascurare il riferimento a Renzi, che di capolavori, con i suoi fedelissimi, ne sta compiendo molti. Non c’è solo quello della disastrosa riforma costituzionale c’è anche la vicenda Roma, tra i maggiori disastri compiuti. Ricordiamo: il PD renziano silura Marino (che con i suoi vistosi limiti stava comunque rinnovando e moralizzando l’amministrazione romana), impone Giachetti alle primarie (opponendosi a candidature locali e serie) e consegna la città alla Raggi, l’inizio del disastro. I 5S avranno pure il loro seguito, ma quanto pesa il disastro del PD renziano, nel “regalare” loro voti?
Cosi se questi non saranno solo presentimenti – mi auguro che siano e restino tali per sempre – vedremo sempre più un PD compiere il suo disastro-prodigio portare – nel senso di aiutare vigorosamente – Grillo a Palazzo Chigi. In leader populisti, arrabbiati e antistituzionali siamo in compagnia crescente: per ora Trump negli USA, ma poi? Cosa sarà in Germania, Francia, Italia? Ma mi auguro che siano solo presentimenti e che questo Governo, nonostante tutto e contro tutto, possa assolvere bene al suo mandato.
Scrive Kets de Vries: “Il potere è un grande narcotico: da vita, nutre, ci rende schiavi. Chi lo possiede ha in genere lavorato duramente per ottenerlo e non ha nessuna voglia di rinunciarvi. E’ questa assuefazione a far sorgere in individui e organizzazioni tutta una serie di problemi relativi al potere”. Se è questa la situazione, - non solo in politica ma in diverse istituzioni economiche, culturali, religiose, sociali - la riforma della politica può partire solo da una seria opera di formazione. Il potere inizia la sua funzione narcotizzante molto presto e in maniera diffusiva: qualsiasi omissione o irresponsabilità, nella formazione e nelle nomine, porta, come una grande e crescente cascata, alle degenerazioni che conosciamo.
In altri termini l’unico modo per scongiurare i brutti presentimenti è quello di lavorare per formare una nuova classe dirigente, poco narcotizzata dal potere e molto attenta a fare del bene agli altri, agli ultimi, più che a se stessi.
[L’autore è ordinario di Filosofia politica presso la facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana di Roma (www.rocda.it) e direttore delle scuole di politica dell’associazione “Cercasi un fine” (www.cercasiunfine.it)]