Maria Corina Machado, una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente, di Lorenzo Palmisano

Il Venezuela ha chiuso la sua ambasciata in Norvegia, dopo l’assegnazione del Nobel per la Pace a María Corina Machado; pari ormai come importanza sulla scena politica odierna a Simón Bolívar, patriota venezuelano e liberatore dell’America spagnola.
Ottobre può essere considerato per antonomasia il mese della scoperta dell’America e nel corso dei secoli l’arte, dal ritratto del 1519 di Sebastiano del Piombo all’interpretazione surrealista di Salvador Dalì, ha celebrato il navigatore Cristoforo Colombo e il suo sbarcò a San Salvador, un’isola delle Bahamas, avvenuto il 12 ottobre 1492; questa data storica poi è convenzionalmente riconosciuta come l’inizio dell’Età Moderna e la fine del Medioevo, segnando quindi l’avvio dei contatti su larga scala tra Europa e Americhe. È di questi giorni nondimeno la notizia che il Venezuela ha chiuso la sua ambasciata in Norvegia subito dopo che il Comitato per i Nobel a Oslo, che assegna il Nobel per la Pace, ha riconosciuto il premio a María Corina Machado, un’attivista della democrazia, la più importante leader dell’opposizione al regime autoritario del presidente venezuelano Nicolás Maduro.
María Corina Machado vincitrice del Nobel per la Pace del 2025 con un’azione politica tenace e rischiosa, per la propria incolumità, è stata capace negli ultimi anni di unificare l’opposizione, assumendone ormai formalmente la leadership dal 2023. È una figura importante e di riferimento della politica venezuelana da decenni, con idee liberiste di centrodestra e conservatrici in economia e ha una contrarietà profonda al regime autoritario di ispirazione socialista guidato da Maduro. A causa della sua popolarità però il regime le ha impedito di partecipare alle elezioni del luglio 2024 e lei in risposta ha scelto un suo alleato, l’ex ambasciatore Edmundo González, come candidato della Piattaforma Unitaria Democratica (PUD), l’ampia coalizione di undici partiti provenienti da tutti gli schieramenti che lei stessa aveva messo insieme.
Benché González fosse il candidato ufficiale, la campagna elettorale è stata condotta quasi esclusivamente dalla Machado, che è la leader di fatto e dei due la persona politicamente più popolare; infatti secondo tutti i conteggi indipendenti il PUD ha vinto le elezioni, ma il regime di Maduro ha falsificato i dati elettorali e ha iniziato una violenta repressione. Per alcuni mesi Machado e González hanno cercato di fare pressione sul regime, organizzando grandi manifestazioni nella capitale Caracas e in altre città del Venezuela, ma la repressione si è fatta via via più asfissiante, arrivando a minacciare addirittura l’incolumità fisica dei due oppositori. González decise in quel momento di andare in esilio in Spagna, mentre Machado fu brevemente arrestata a gennaio del 2025, per poi entrare in clandestinità e da allora non si sa dove si trovi, anche se in una recente intervista ha detto di essere ancora in Venezuela e di esserci sempre rimasta, ma nascosta.
Dopo i brogli elettorali del 2024 e a causa della dura repressione, l’opposizione in Venezuela si è disgregata e alle successive elezioni legislative e amministrative l’opposizione ha deciso di boicottare il voto, il regime-dittatura quindi ha vinto, non essendoci più avversari politici, con un’ampia maggioranza parlamentare, ottenendo il controllo di 23 stati federali su 24. È una dittatura tirannica dove lo Stato controlla ogni aspetto della vita degli individui, nessuno escluso, attraverso un uso massiccio della propaganda, che cerca di plagiare le menti dei cittadini con una ideologia di Stato; il partito unico totalitario controlla i gangli della vita politica e sociale ed è venuto meno del tutto il pluralismo socio-culturale, con la concentrazione da tanti anni del potere in capo a un’oligarchia inamovibile e politicamente irresponsabile, con l’imposizione di un’ideologia ufficiale, un partito unico di massa e una polizia di stato che usa unicamente la linea del terrore.
«Una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente», così viene descritta María Corina Machado dal Comitato norvegese, con «il suo instancabile lavoro nel promuovere i diritti democratici del popolo venezuelano» e «la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia». Chissà cosa avrebbe detto Hugo Chávez, se fosse stato ancora vivo: era il 2011 quando di fronte agli insulti dell’allora 44enne deputata di estrema destra discendente da una famiglia aristocratica, l’aveva fulminata con poche e precise parole: «Lei non ha i numeri per discutere con me. Le aquile non cacciano le mosche»; ora quattordici anni dopo è stata proprio la leader del Venezuela –
nell’assordante ronzio della destra latinoamericana, una delle mosche più rumorose – la prescelta del Comitato norvegese.
In Italia sono circa 365.000 le persone di origini latinoamericane o figli di genitori italiani emigrati in Venezuela negli anni del dopoguerra, tra il 1946 e il 1976, che hanno acquisito la doppia cittadinanza (italiana e venezuelana) grazie al principio giuridico dello ius soli, poiché nati e cresciuti dall’altra parte del mondo. In tanti, per ragioni di sicurezza, hanno dovuto a malincuore lasciare la terra venezuelana, e cercare condizioni migliori di vita altrove ma tutti hanno espresso all’unanimità soddisfazione per l’assegnazione del premio Nobel per la Pace del 2025 a María Corina Machado poiché «es una alegría recibir ese tipo de noticias, en verdad se lo merece y llega en el momento más oportuno; que Dios complete la obra que inició».

* [impiegato, catechista degli adulti, Locorotondo, Bari]

PRESENTANDOCI

Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.


 

 

          

CONTRIBUENDO

Con il 5x1000 e il ricavato della vendita dei libri sosteniamo:

scuole di formazione sociale e politica, sito web e periodico di cultura e politica, insegnamento dell’italiano per cittadini stranieri gruppo I Care, la biblioteca “Bice Leddomade”, incontri, dibattiti… 

          basta la tua firma 

          e il numero dell'associazione 

         91085390721

         nel primo riquadro sul volontariato

___________________________________________________________________________

Per sostenere le nostre attività, cioè le scuole di formazione sociale e politica, questo sito web e il periodico cartaceo di cultura e politica, l’insegnamento dell’italiano per cittadini stranieri, la biblioteca “Bice Leddomade” e le altre attività di formazione culturale e sociopolitica, ti invitiamo a:

  • Donare un sostegno economico attraverso un Bonifico Bancario Cercasi un Fine APS

IBAN IT26C0846941440000000019932 BCC Credito Cooperatvo oppure CCP 000091139550 intestato ad Associazione Cercasi un fine

  • Donare il tuo 5×1000: basta la tua firma e il numero dell’associazione 91085390721 nel primo riquadro (in alto a sinistra) dedicato al Terzo Settore – RUNTS. 
  • Predisporre un lascito nel tuo testamento: hai la possibilità di aiutarci nel futuro – nel rispetto della legge, senza escludere possibili soggetti legittimari – attraverso il dono di qualcosa a Cercasi un fine (come una somma di denaro, beni mobili o immobili, una polizza di vita). Il testamento è un atto semplice, libero, sempre revocabile. Con il tuo lascito sosterrai le nostre attività. 
Grazie per quello che farai per noi.

Ultimi Articoli

SORRIDENDO