Il testo si presenta come uno studio appassionato e attento sulla complessa realtà musicale giovanile, animato da prese di posizioni da parte dell’autore che non rendono la ricerca “campo neutro”.
È un libro ricco di informazioni e corredato da un utile lessico musicale. Si ritiene che possa essere un valido strumento per tutti coloro che sono impegnati nel processo educativo-formativo, fornendo interessanti chiavi di lettura del comportamento musicale giovanile contemporaneo.
Dal punto di vista metodologico gli argomenti sono trattati con coerenza e ordine logico, sostenuti da un’ampia bibliografia.
L’originalità della proposta editoriale si rileva nella tenace volontà di smontare la rappresentazione negativa, ormai stereotipata, sulla realtà musicale giovanile, richiamando gli adulti ad un maggior impegno di comprensione e di responsabilità e inquadrando la trasgressione giovanile in quel tentativo di sperimentazione del sé, fisiologica nel processo di differenziazione.
Utilizza un linguaggio fluido, dinamico, accessibile anche ai non addetti ai lavori, senza la pesantezza che spesso cultura ed erudizione provocano nel lettore e affronta tematiche non solo di interesse musicale, ma anche storico e socio-culturale.
Tocca intuitivamente punti nevralgici della riflessione contemporanea, laddove si mettono a confronto alcune pratiche rituali, facendo emergere quello che i teorici del disincanto non avevano previsto: il permanere del “sacro”. Il concetto di secolarizzazione, infatti, non è più adeguato a spiegare la complessità del fenomeno religioso-culturale attuale e, secondo l’autore, il comportamento musicale dei giovani lo conferma, seppur con modalità discutibili. Non si tralasciano gli aspetti economico commerciali che costruiscono la personalità stessa delle stars musicali e che completano il quadro anche dal punto di vista sociologico.
Attuale la tesi di fondo che la musica non è solo musica: essa, infatti, ha sempre accompagnato e ispirato modelli culturali e stili di vita. In questo senso le scelte musicali diventano un ingrediente attivo nella costruzione sociale dell’esperienza umana, nei processi di ricerca identitari e negli investimenti emotivo - affettivi dei giovani, ed è per questo che l’“industria culturale” li ha spesso strumentalizzati.
Presentazione di Claudia Caneva