Un soffio vitale, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20, 19-23).
8.6.2014. Detto questo, soffiò e disse loro… E’ bello sottolineare come il dono dello Spirito è spesso accompagnato dal gesto dell’alitare. Sappiamo bene che sono diversi i passi biblici che ci rimandano al soffio di Dio: sulla creazione, sul popolo, sui singoli. Uno per tutti: Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente (Gen 2, 7).
Siamo molto, ma molto limitati, allora il gesto dell’alitare, il soffio come il vento, ci permettono un po’ di comprendere questa realtà dello Spirito. Coloro che seguono qualche cammino di formazione cristiana sanno bene come si è soliti parlare di Spirito santo come “grande dimenticato” nella vita cristiana. Forse dovremmo fare un piccolo cammino, con il cuore e con la mente, per fare memoria di quante volte, nella nostra vita, il soffio dello Spirito ci ha fatto rinascere, dato forza, scoprire nuove strade, abbandonare le vecchie.
Non c’è cosa più odiosa e deleteria dell’abbandonarsi alla ripetizione. Non è solo una questione di pessimismo, ne è una sua esasperazione. Mi riferisco al fatto che pian piano moriamo dentro e diffondiamo attorno a noi non aliti di vita, ma soffi di pessimismo, distruzione, anche morte. Papa Francesco lo ha ricordato all’assemblea del Rinnovamento dello Spirito: “Il primo dono dello Spirito Santo, qual è? Il dono di Sé stesso, che è amore e ti fa innamorare di Gesù. E questo amore cambia la vita. Per questo si dice “nascere di nuovo alla vita nello Spirito”. Lo aveva detto Gesù a Nicodemo”.
Non è solo l’effetto su di me; è anche quello attorno me, per sua grazia. Gesù dice che, ricevuto lo Spirito, saremo capaci di perdonare gli altri. Al di la delle doverose considerazioni ministeriali (il dono-sacramento di rimettere i peccati) il brano fa pensare a una rigenerazione continua che viene da Cristo, mi attraversa e rigenera, e raggiunge gli altri, sempre e comunque come alito di vita. Anche qui la memoria delle nostre esperienze ci porta a prendere coscienza che sempre, nella vita cristiana, si riceve per dare. Sempre ciò che viene da Dio fa bene a me quanto agli altri, mai all’uno senza gli altri.
Dimenticare lo Spirito vuol dire misconoscere il fiume di grazia che attraversa la nostra vita. Dimenticare di invocare lo Spirito può significare sentirsi troppo sicuri e padroni del nostro pensare e del nostro agire. Dimenticare lo Spirito vuol dire abbandonare la vita alla distruzione, nelle sue innumerevoli forme.
Sono molto affezionato a una citazione di Primo Mazzolari: Lo Spirito santo non ha granai, non ha banche, industria pesante, eserciti, aviazione, marina, clientele… non ha niente e muove tutto, e dove l’uomo è passato distruggendo, egli, in silenzio, fa rigermogliare ogni cosa.