Senza turbarsi, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre». (Gv 14, 1-12).
10 maggio 2020. “Casa, posto, via, incontri” sono termini che danno sicurezza: il primo di essi in assoluto. E in questo tempo di crisi sono anche sono tra i più citati, insieme a “distanza sociale, congiunti, assembramenti” e cosi via. Interessante è che, nel brano odierno, sono opposti a “turbamento, smarrimento, ricerca dell’altro". In questo periodo, forse più di prima, non mancano i motivi per essere turbati: problemi familiari o lavorativi o relazionali; piccole e grandi preoccupazioni per il mondo attorno a noi o per quello globale. Che senso hanno le parole di Gesù: "non sia turbato il vostro cuore"? Lavorare sulle proprie e altrui paure è un lavoro che richiede diverse energie: psichiche, morali, intellettuali, spirituali. La fede può essere di grande aiuto, ma questo non è automatico.
Nel testo evangelico Gesù non solo ci invita a non turbarci ma ci rassicura dicendoci che va a “prepararci un posto”, che Lui è “la via, la verità e la vita”, che addirittura ci permetterà di compiere opere più grandi delle sue. Questo è certamente vero, noi lo crediamo ma ci sono diversi problemi. Non aiuta affatto nemmeno il clima ecclesiale italiano. Messa o non messa sta diventando qualcosa di pesante e insopportabile. In alcuni si ostinano a far coincidere la fede con il rito oppure affiorano interessi economici beceri (riaprire le chiese per questione di introiti). Non basta il turbamento della crisi sanitaria, alcuni pastori non fanno altro che disorientare e peggiorare la situazione sociale ed emotiva. Che squallido panorama!
Comunque siamo turbati, comunque ci perdiamo nei nostri piccoli o grandi problemi. Mai come oggi la nostra fede deve ritornare alla Parola continuamente, illuminare con la Parola le nostre paure e fare discernimento, su quello che stiamo vivendo, con la Parola. In questo periodo ci sono diverse problemi e cosiddette emergenze nella Chiesa cattolica italiana che hanno a che fare ben poco con quello che il Signore ci chiede nella sua Parola.
Penso che questa strada non porti a nulla, anzi ci faccia più male del non aver fede. Dobbiamo meditare la Parola come la fonte di tutta la nostra fede e quando avremo modo di celebrare l’Eucaristia, senza fretta, in massima sicurezza, sarà il culmine di un cammino, in cui non abbiamo abbandonato Gesù Via-Verità-Vita, anzi lo abbiamo incontrato e frequentato anche di più dei “tempi normali”.
Impariamo da Tommaso e da Filippo. Chiediamo al Signore le cose più ovvie, anche quelle che dovremmo già sapere ma che abbiamo dimenticato o trascurato. Chiediamo al Signore di conoscere la via, di mostrarci il Padre, di poter fare opere anche più grandi. Chiediamo a Lui (e a noi stessi) che tipo di testimonianza stiamo dando come cattolici in questo periodo. Chiediamoci perché il papa, ogni mattina, è seguito da tantissimi, credenti e non e perché le sue semplici parole e preghiere sono un grande aiuto al momento. Chiediamoci se - per ora, viste situazioni estreme e gravi - non deve bastare la Parola di Dio, in attesa dell’Eucaristia che verrà, quando sarà possibile, senza fretta. Chiediamolo non in maniera retorica, non stancamente, ripetendoci la risposta in mente prima ancora di formulare la domanda. Chiediamolo perché siamo smarriti e turbati. Chiediamolo per ascoltare cosa Il Signore ci dice. Chiediamolo per imparare, non per discutere. Forse questo ci aiuterà a turbarci meno e ad avere più fede.
Il tutto, l’ha detto cosi bene Aurelio Agostino: “Le sacre Letture ci danno animo, così da non lasciarci abbattere dalla disperazione; e, ad un tempo, ci incutono grande timore in modo che non ci porti il vento della superbia. Sarebbe difficilissimo per noi mantenerci sulla via posta al centro, quella vera, diritta, quasi tra la via sinistra della disperazione e la via destra della presunzione, se Cristo non dicesse: Io sono la via. Io sono - dice - la via, la verità e la vita. Come a dire: Per dove vuoi andare? Io sono la via. Dove vuoi andare? Io sono la verità. Dove vuoi avere stabile dimora? Io sono la vita. Perciò camminiamo sicuri lungo la via…”.
Rocco D'Ambrosio