Rispondere di sé, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni» (Mt 16, 21-27).
31.8.2014.
Si è scritto tanto sulla responsabilità che ognuno ha nella propria vita. E’ importante non dimenticare che, sempre e comunque, si risponde a qualcuno: se stessi, gli altri, la natura, il buon Dio. Si risponde. E sono risposte a cui non si può sfuggire. Magari per un momento si pensa di sfuggire, magari si ricorre al così fan tutti, magari ci si nasconde o si scappa… Ma il momento giunge e si risponde eccome, fosse solo quando andremo a conoscere il buon Dio faccia a faccia.
Nel brano di oggi Pietro sceglie una sua strada: non vuole accettare il piano di Gesù e si sente in dovere di reagire. Non è irresponsabile, vuole solo altro, credo con tutta la sua responsabilità in altre soluzioni rispetto al futuro di Gesù. Ma non è quello che vuole il Signore. Gesù vuole che ci abbandoniamo a Lui e rispondiamo solo a Lui di noi stessi. E’ interessante notare come l’intero discorso fa perno sul concetto di guadagnare: quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?
Nel guadagnare denaro e condurre affari - tranne se non siamo degli sprovveduti - poniamo attenzione e cura. E negli affari dell’anima? In quelli che Gesù chiama il perdere e trovare la propria vita? Non ci vogliono molti giri di parole per dire che ci sono cristiani che tengono più al denaro o al potere che a salvarsi l’anima; ci sono laici e pastori cattolici che più che a croce e sequela del Cristo sono interessati a privilegi e affaracci propri. Preoccuparci, in questo caso, vuol dire pregare perché il buon Dio aiuti tutti - me e noi compresi - a ravvedersi e convertirsi e, vuol dire anche, concentrarsi su se stessi per prepararsi al momento in cui dobbiamo rendere conto, in vita come in morte.
Allora il Figlio dell’uomo renderà a ciascuno secondo le sue azioni. Si possono accogliere queste parole come una minaccia: Iddio passerà allo scanner la mia vita e saranno guai per me. Si possono accogliere con leggerezza: tanto chissà… si vedrà… sarà poi vero? Si possono accogliere con responsabilità: sforzandoci di seguire il Signore Gesù e confidando nella sua grande misericordia, senza eccessivi sensi di colpa o inutili flagellazioni. Direi con responsabilità e un pizzico di umorismo, che significa serena libertà interiore.
Ha scritto Fulton John Sheen: Può ben darsi che nel giorno del Giudizio Universale il Signore conceda una grazia speciale a quanti, invece di prendere il mondo troppo sul serio, hanno fatto di ogni umana cosa un gradino per salire al cielo. A coloro che non hanno sopravvalutato nè se stessi né il mondo ‑ a coloro, insomma, che hanno il Divino Senso dello humour, Egli offrirà il Suo sorriso.
Rocco D’Ambrosio