Profeti rifiutati, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando (Mc 6, 1-6).
8 luglio 2018. Ho ancora negli occhi le immagini della visita del papa e dei vescovi ortodossi e protestanti a Bari. Il. Vangelo di questa domenica ci parla di profezia: non ci sono dubbi che la dichiarazione comune, al termine del dialogo in san Nicola, è un testo profetico. Per tanti motivi. Per la prima volta le Chiese – ortodossa, protestante e cattolica – si esprimono a una sola voce per chiedere pace per il Medio Oriente. Lo fanno con un testo concordato e letto dal papa sul sagrato della basilica. Parole forti e precise: “Incoraggiati gli uni dagli altri, abbiamo dialogato fraternamente. È stato un segno che l’incontro e l’unità vanno cercati sempre, senza paura delle diversità. Così pure la pace, va coltivata anche nei terreni aridi delle contrapposizioni, perché oggi, malgrado tutto, non c’è alternativa possibile alla pace”.
La profezia è impegno affidato ai discepoli dal Cristo perché siano suo segno nel mondo predicando il Vangelo e compiendo prodigi (cfr. Mc 16, 17-20). La profezia è però, purtroppo, molte volte negata nella vita delle nostre Chiese. Non a caso il documento congiunto afferma: “il nostro essere Chiesa è tentato dalle logiche del mondo, logiche di potenza e di guadagno, logiche sbrigative e di convenienza. E c’è il nostro peccato, l’incoerenza tra la fede e la vita, che oscura la testimonianza”. E’ questo il punto: la profezia muore quando potenza e guadagno hanno la meglio nella vita dei cristiani e delle intere comunità.
Non a caso esiste nelle comunità cattoliche esiste un diffuso rifiuto della profezia che riguarda, più che altro, quei contesti ecclesiali che non riescono a essere contagiati seriamente dalla Parola di Dio, tanto da poter essere riconosciuti come figlie e figli di quei profeti che hanno servito il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe con tutto se stessi o che hanno annunciato il Cristo con letizia e coerenza, fino al dono della vita.
Il Vangelo odierno dice che Gesù “era per loro motivo di scandalo”, specie per quelli che non erano pronti ad accoglierlo, ad aprirsi a parole e segni nuovi, a una salvezza che visitava in maniera diversa dalla attese tradizionali. Sono tanti, anche oggi. Pazienza. Che Dio ci aiuti!
Rocco D’Ambrosio