Profeti nel tran tran, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea (Mc 1, 21-28).
28 gennaio 2018. C’è tanto da dire su profeti, comunità e relativa accoglienza dei profeti. I cittadini di Cafarnao “erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. E quando vedono il profeta all’opera, cioè la liberazione di un uomo posseduto da spirito immondo, sono presi da timore perché capace di comandare “persino agli spiriti impuri”.
Approfondiamo un attimo. Le reazioni a Gesù profeta sono: stupore per l’insegnamento e timore per la sua forza soprannaturale. Dovremmo, in maniera semplice, chiederci se c’è qualche persona e/o evento nella vita che ci procura stupore e timore di questo tipo. In un contesto culturale in cui, molto spesso, persone ed eventi devono essere estremizzati per ricevere attenzione… Gesù sarebbe, forse, passato inosservato. E’ difficile oggi ricevere attenzione e, ancora più, stupore e timore se il tutto non è esagerato, eclatante, appariscente. Non c’è solo chi la spara grossa o la fa grossa per attirare attenzione e ritenersi un profeta, per così dire; c’è anche chi dichiara esaurita qualsiasi spinta profetica, religiosa o laica che sia.
La sinagoga di Cafarnao era un luogo normale, con gente normale, semplice, senza tante pretese e… nessuna attenzione mediatica. Gesù dice bene e fa bene: potremmo sintetizzarsi cosi la sua profezia. Dire bene: dire ciò che è bello, buono, vero, lasciandosi docilmente ispirare e guidare dal buon Dio. Fare bene: fare il bene di chi incontriamo partendo, sempre e comunque, dalle loro esigenze e aiutandoli a fare un passo in avanti, nel corpo e nello spirito. Non abbiamo bisogno di eventi e persone straordinarie, apparizione religiose ad orario (“come il postino”, direbbe il papa), profeti di sventura, promesse facili e stupide, leader che coltivano solo il proprio ego e se ne infischiano di quelli che hanno intorno e via discorrendo.
Fa bene ascoltare il rimprovero duro di don Milani. Fa molto bene, a preti e laici. «Vorrebbero ridurti a funzionario. Non sopportano che tu sia uomo, non sopportano che tu voglia intervenire nel tran tran della vita, che tu voglia smuovere le cose ferme, sovvertire, un ordine che si sono dati e che di cristiano non ha più nulla. Si, insisto. Nulla. Perché cosa ci può essere di cristiano là dove si rifiuta al prete questo diritto di avvertire, di parlare, di scuotere? Ma che dico al prete. Là dove si rifiuta alla Parola di penetrare. E al pensiero, alla ragione. Dove si rifiuta alla Religione stessa d’entrare nei fatti della vita».
Rocco D’Ambrosio