Parole e gesti
Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». (Gv 14, 23-29).
Esiste uno stretto rapporto tra parole e amore. Da sempre. E, per molti versi, per sempre. Eppure la nostra cultura presenta molti riferimenti al distacco profondo tra parole e gesti. Si pensi a modi di dire quali: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare - predicare bene e razzolare male - è facile a dirsi ma a farsi. E così via. Spesso si ha l’impressione che il dire sia tanto e il fare conseguente molto poco; oppure di segno diverso e discordante.
Nella Scrittura non è cosi: Dio dice, nella creazione, e il mondo è fatto; immediatamente il suo dire diventa fatto. E lo stesso è per Gesù: la sua parola è salvifica. Gesù dice e fa a un tempo; in maniera lineare e profonda.
Dobbiamo meditare su questo e riprendere la lezione di Hannah Arendt per “collegare parole e gesti”, sempre e comunque. Nelle esperienze di amore più profonde ciò ci viene spontaneo nella stragrande maggioranza dei casi, anche se, pure in queste esperienze forti e trascinanti, qualche volte corriamo il rischio di slegare parole e gesti. Nelle altre relazioni (famiglia, amici, lavoro e società) collegare parole e gesti è una fatica costante. Eppure è in questo sforzo l’autenticità dell’amore per chi ci sta vicino, anche per lo stesso Signore: Se uno mi ama, osserverà la mia parola. E’ ciò che mi sta dentro, l’amore per Gesù che mi porta a osservare la sua parola. Non è una questione di dovere o impegno o promessa. E’ amore, solo amore: avere dentro il cuore e la mente parole di amore per Lui e esprimerle in gesti, ovvero l’incarnare i suoi comandamenti.
In questa opera difficile e profonda il Signore non ci lascia soli: ci dona il Paraclito, colui che ci soccorre. E di quanto soccorso abbiamo bisogno nel collegare parole e gesti, verso di Lui quanto gli altri. Allora chiediamo questo Soccorritore e nella sua generosità non ce lo farà mancare.
Rocco D'Ambrosio