Nutrirsi, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6, 41-51).
9 agosto 2015. In tempo di Expo la domanda su cosa mangiamo è ancora più attuale. Non so quanto l’Expo potrà aiutarci a farci riflettere sul cosa, come e perché mangiamo. Eppure una riflessione su ciò è molto importante. Qualità, quantità, finalità sono tutti aspetti che ci dovrebbero farci riflettere, non solo relativamente al cibo.
Nutrirsi è una delle nostre attività fondamentali. “Mangiamo” molte cose durante la giornata: non solo pane, ma anche pensieri, affetti, emozioni, materialità varie. Gli ebrei nel deserto mangiarono manna. Era un dono di Dio, dato per sopravvivere all’emergenza. Inizialmente non la capirono ma poi l’apprezzarono, del resto, senza di essa, non sarebbero sopravvissuti. Tuttavia Gesù precisa che i “padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti”. Come dire: fu un dono, ma imperfetto. Nutriva, ma non per sempre.
Ci sono molte cose di cui ci nutriamo, utili ma non indispensabili, a mo’ di esempio citerei pensieri e affetti. Molti di questi ci nutrono ma non è detto che rimangano per sempre. Il discernimento continuo ci aiuterà a… fare ogni tanto una sana “dieta”, per liberaci da quanto, pur essendo sano in sé, non è detto che sia sano per me.
Gesù ci invita a nutrirci di lui: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Dobbiamo riconoscere che, spesso, abbiamo commentato questa frase solo in chiave eucaristica, con forti dosi di ritualismo. L’Eucaristia è collegata alla vita: se non mi nutro di Gesù in termini di pensieri, affetti, emozioni e necessità varie, non capirò e vivrò mai profondamente l’Eucaristia.
Nutrirsi di Cristo, in tutto e per tutto, è una sfida immane, simile a una fatica costante. Eppure l’intimità con il Signore Gesù si può raggiungere solo cibandosi di Lui. Riusciremo un giorno a capire che è così e non può essere in altro modo?
Rocco D’Ambrosio