Non turbarti, di Rocco D'Ambrosio
Alcuni giorni fa parlando con un amico non credente gli riportavo delle grandi difficoltà di vita che stanno affrontando amici comuni. E lui con convinzione mi ha detto: "Ma voi avete la fede?" Ed io facendo finta di non capire: "E con questo?". E lui: "La fede aiuta a superare le difficoltà, è una sorta di marcia in più!". Ma lo è, una marcia in più? Ho chiesto a lui, ma lo chiedo a me e a voi.
Nel testo evangelico Gesù non solo ci invita a non turbarci ma ci rassicura dicendoci che va a prepararci un posto, che è la via, la verità e la vita, che addirittura ci permetterà di compiere opere più grandi delle sue. Questo è certamente vero, noi lo crediamo ma... Comunque siamo turbati, comunque ci perdiamo nei nostri piccoli o grandi problemi, comunque ascoltiamo ammirati vite di santi che hanno avuto fede e forse ci diciamo che noi non ne saremo mai capaci. Spesso penso che la mia, la nostra fede è come se fosse sospesa tra una nascita e una maturità che tarda a venire. Scoraggiarci per questo? Turbarci perché siamo turbati? Magari innestando un dannoso circolo vizioso in cui rispondiamo alla mancanza di fede con forte ripiegamento su noi stessi? Penso che questa strada non porti a nulla, anzi ci faccia più male del non aver fede.
Impariamo da Tommaso e da Filippo. Chiediamo al Signore le cose più ovvie, anche quelle che dovremmo già sapere ma che abbiamo dimenticato o trascurato. Chiediamo al Signore di conoscere la via, di mostrarci il Padre, di poter fare opere anche più grandi. Chiediamolo non in maniera retorica, non stancamente, ripetendoci la risposta in mente prima ancora di formulare la domanda. Chiediamolo perché siamo smarriti e turbati. Chiediamolo per ascoltare cosa ci dice. Chiediamolo per imparare, non per discutere. Forse questo ci aiuterà a turbarci meno e ad avere più fede...
Rocco D'Ambrosio