Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate» (Gv 14, 23-29).
1 maggio 2016. Di motivi per turbarci ne abbiamo tanti. Spesso dipendono dal nostro profondo o dalle fasi della vita o dalle sue vicende. In una parola: siamo spesso turbati. Il vocabolario dice che il turbamento è “uno stato di alterazione psichica provocato da fatti emotivi” (Treccani). Nei momenti di turbamento capire e superare questo stato è una sfida spesso difficile, se non proprio impossibile. Il brano di oggi proviene dal discorso di Gesù durante l'ultima cena: momento di turbamento, paura, speranza, anche gioia, nonostante tutto. Dal Vangelo possiamo imparare tanto, sia nel capire che nel superare i turbamenti.
Gesù non consola in maniera vuota e sterile. Non ci dice frasi vuote del tipo: "passerà tutto"; "ce la farai, non preoccuparti" e cosi via. Gesù indica due relazioni fondamentali: la sua con i discepoli e la sua col Padre. Queste relazioni sono la forza per superare il turbamento. In altri termini: la forza non sta nelle mie capacità fisiche ed emotive - del resto spesso esse mancano quando sono turbato - ma in una relazione che mi dà forza. Ciò ha valore non solo sul piano di fede, ma anche su quello umano: sono le relazioni forti e vere che mi fanno superare i turbamenti. Ce la faccio, infatti, se posso contare su autentiche relazioni di coppia e di famiglia, amicizie, fraternità varie.
Scriveva Teresa d'Avila: "Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. La pazienza tutto ottiene, chi possiede Dio nulla gli manca. Solo Dio basta". Nell'originale: "Nada te turbe, nada te espante, todo se pasa, Dios no se muda; la paciencia todo lo alcanza; quien a Dios tiene nada le falta. Solo Dios basta". Con la testa e con il cuore, magari aiutati dalle famose note del canto, dovremmo meditare come il centro dell'affermazione di Teresa è: "Quien a Dios tiene", ossia chi è a Lui legato a doppio filo, con il cuore, il corpo e la mente. È lui il vincitore su turbamenti, paure e scossoni. È Lui il Risorto.
Todo se pasa. Passa tutto, non solo ciò che ci turba ma anche ciò che è bello e ha valore. Resta solo Dio e tutto quello che in Lui é nato e in Lui cresce. Con tanta pazienza, aggrappati sempre a Lui. Nada te turbe...
Rocco D'Ambrosio