Lodare Iddio, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. (Lc 1, 39-56).
15 agosto 2019. A parte le doverose proteste per le blasfeme e strumentali citazioni della Madonna, in campo politico, confesso che sento un certo disagio nel riferirmi alla nostra Madre celeste quando questa è offesa cosi spudoratamente. In termini morali gli ultimi episodi si configurano come vere e proprie bestemmie (anche se non appare immediatamente cosi). Appartengo a una generazione, che evitando qualsiasi forma di bigottismo sciocco e tradizionalismo irrazionale, è stata educata a opporsi gentilmente a chi bestemmia in pubblico e a richiamarlo alla buona educazione e al rispetto, oppure, se non ci sono le condizioni, a recitare (in entrambi i casi) il “Dio sia benedetto” in riparazione delle bestemmie.
La festa dell’Assunta è un’ottimo momento per lodare Iddio per le meraviglie operate nella Vergine. Le bestemmie sono frutto di superbia e doppi fini; il lodare Iddio, invece, viene da un cuore puro e sincero. Il Signore, per singolare privilegio, ha voluto assumere Maria in cielo, in corpo e anima. Facendo ciò ha voluto indicarci la nostra meta: partecipare della gloria del Paradiso, in corpo e anima. Lodiamolo per questo e tanto altro.
Altro che bestemmie e chiacchiere inutili. Lodare il Signore in “omne tempo” diceva Francesco d’Assisi. Dobbiamo lodare Iddio per le meraviglie operate in Maria. Dobbiamo lodarlo per la forza che ci da nell'impegnarci in famiglia e nel lavoro, nella società come in politica, nella comunità cristiana come nelle associazioni. E in tutto questo darsi da fare è importante pensare un po’ di più al Cielo. I bestemmiatori, i lupi travestiti da pecore, i ladri e i briganti sono sempre esistiti, nel mondo, come dentro la Chiesa. Il nostro fine non è vincerli ma far crescere il Regno di Dio. Dobbiamo lavorare in questo mondo, per la giustizia e la pace, possibilmente senza perderci d’animo o disperare. Il buon Dio non è cambiato, è sempre lo stesso.
Maria ce lo ricorda: il Signore “disperde i superbi nei pensieri del loro cuore”, non c’è posto per arroganti e superbi; rovescia “i potenti dai troni”, e non c’è denaro o populismo che tenga; “innalza gli umili”, sempre e ovunque; “ricolma di beni gli affamati”, perché non dimentica mai i suoi piccoli; rimanda “i ricchi a mani vuote”, in terra come in Cielo.
“Dio sia benedetto; benedetto il Suo Santo nome…”.
Rocco D‘Ambrosio