Le tracce del Risorto, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"» (Mc 16, 1-7).
1 aprile 2018. Avrei voglia di fare una domanda quasi sciocca: ci sono tracce di risurrezione nella TV che vediamo, nei giornali che leggiamo, nei piccoli e grandi eventi della nostra vita personale, familiare, amicale o professionale? Come dire: il Signore è si Risorto, ma dove sta?
Col sorgere della domanda, quasi automaticamente, si insinua una risposta: il Signore è risorto e risorge ogniqualvolta il bene vince il male, la vita vince la morte e cosi via. Devo essere sincero: per quanto questa risposta sia vera, essa non convince molto, dal punto di vista cristiano. Se la resurrezione è la sintesi dell’eterna lotta tra bene e male, il tutto mi sembra ridotto a un gioco di forze, di una lotta continua tra bene e male e di un progresso che segna, a suo favore, le vittorie del bene. Ma qui, nei Vangeli, non si parla di forze, ma di persone: Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme e, sopratutto, Gesù. E’ Lui il Risorto, non la “forza” del bene, ma una persona: Lui crocifisso e risorto.
La resurrezione è un evento fuori della nostra portata, è metastorico, apre la storia umana a prospettive non umane: in essa è vinta la morte, quella morte che chiude la storia di ogni persona. La resurrezione avviene perché il Cristo, con la potenza del Padre, torna a vivere in una dimensione diversa. Bisogna credere ciò o non crederlo. Altrimenti laicizziamo la resurrezione fino a far scomparire la centralità del Cristo.
Il senso della resurrezione è che noi cerchiamo un crocifisso, mentre è Risorto, noi pensiamo a forze in lotta tra loro e, invece, il Signore Risorto si presenta a noi in vesti diverse. Non è una forza, E’ una persona. E ci precede sulla nostra strada. Se crediamo che è così lo vedremo, nei modi e nei tempi che Lui stabilirà. Infatti non è risorto solo per sé. È risorto per noi, per guidarci, attraverso sentieri di morte, su sentieri di vita.
Rocco D’Ambrosio