La strada umile, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (Lc 14, 1.7-14).
1 settembre 2019. Scrivo mentre è in corso la crisi di governo: che orribile spettacolo. Niente di nuovo sotto il sole: alcuni, forse tanti - ma non tutti, grazie a Dio - barattano posti di governo e poi, con una bella faccia tosta parlano di bene del Paese e di programma. Sono i frutti marci che raccogliamo da un passato dove i partiti e le agenzie educative non formano più alla politica; dove molti politici - specie a livello nazionale - ricoprono cariche senza una maturità umana, etica, cristiana per chi tale si professa, tecnica e istituzionale. Senza di tutto ciò… lo spettacolo è servito!
Il Vangelo di questa domenica ci aiuta molto a fare discernimento. Molti ricorderanno quanto don Milani scriveva nel 1967 insieme ai suoi ragazzi: rimproverava alla famosa professoressa - quella della Lettera - di invitare i suoi ragazzi soltanto a farsi strada. Più di cinquant’anni dopo il numero di genitori, docenti ed educatori, che fanno ben poco per i ragazzi, è certamente aumentato. Come saranno aumentati inviti ed esempi a farsi strada, a mettersi al primo posto, direbbe Gesù. Basta notare alcuni elementi ricorrenti nella cultura mediatica, nella letteratura, nella vita quotidiana, nella politica, nel mondo del lavoro, persino nella vita ecclesiale: farsi strada, mettersi al primo posto è molte volte una questione di vita o di morte. Carrierismi, ambizioni, rivalse, competizioni sleali, invidie, razzismi, purtroppo, non mancano in nessun ambiente sociale e istituzionale. La politica è un bel teatrino di chi vuol farsi strada. Ma non è la sola. Lo sono anche le varie istituzioni, il mondo del lavoro e della cultura, le comunità di fede religiosa, le associazioni e cosi via. Ovunque: è l’umana natura!
Ma Gesù ci ripete: non metterti al primo posto... quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto. E’ una morale per pochi eletti, santi irreprensibili? E’ una pia raccomandazione da altri tempi, visto che quelli a noi contemporanei di umiltà non ne vogliono sapere? No, è il senso della vita. Per comprenderlo dobbiamo meditare molto su: chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato. Autoesaltarsi, autopromuoversi, autoinnalzzarsi sono tutte forme di orgoglio, spesso pacchiano, quanto inutile e dannoso. Un po’ tutti stiamo diventando self promoting. Ma nella gerarchia sociale, quanto nella vita di fede, ad esaltare o umiliare è sempre un altro o un Altro. Che piaccia o no, conta poco l’auto, il self. Il senso della vita, allora, è imparare a stare al proprio posto ed evitare, per quanto possibile, il farsi strada, il mettersi al primo posto.
Nessuno ama essere umiliato e guai se succede per cattiveria o violenza. Tutti, se siamo onesti e riusciamo a tener testa alle tentazioni del self promoting, amiamo essere accolti e valorizzati per quello che siamo. Lasciamo un po’ più di spazio al buon Dio, ricordandoci che non gli sfugge nulla e che prima o poi assegnerà a ognuno il suo posto, quello per cui lo ha pensato e creato.
C’è una affermazione di papa Montini che dovremmo appendere alle pareti di chi ha potere, ovunque, comunque e in qualsiasi istituzione (ha anche un certo valore per i non credenti). Scriveva di sé Paolo VI: “Si può tenere una carica in alto grado per bravura; per autorità; o per umiltà, facendo sommessamente meglio che si può il proprio dovere, senza far conto dei risultati e confidando in Dio. Io scelgo per questa via”.
Rocco D’Ambrosio