La storia dei giusti, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa (Mt 1, 18-24).
22.12.2013. Ci sono tanti modi per andare al Natale. Ci sono tante persone che ci portano al Natale: in genere le rappresentiamo nel presepe. Giuseppe è uno tra questi. Di lui sappiamo ben poco; i suoi interventi nel racconto evangelico si contano sul palmo di una mano. Tuttavia ciò non sminuisce la sua grandezza, anzi.
Partiamo dalla sua vicenda umana: si ritrova con una fidanzata incinta e tuttavia non vuole accusarla pubblicamente, ma pensa di ripudiarla in segreto. E’ una persona perbene. Avere ragione non significa infierire sugli altri, soprattutto su quelli che si amano. Per la Scrittura è un uomo giusto. Ma giusto nella mentalità ebraica vuol dire molto di più che per noi. Giusto significa essere obbediente a Dio, alla sua Legge, corretto verso se stessi quanto verso gli altri.
E Dio non abbandona mai i suoi giusti: va loro incontro perché siano più giusti, perché il loro senso di giustizia sia portato a compimento. L’angelo lo rassicura con le stesse parole con cui ha rassicurato la sua fidanzata: Non temere. C’è molta forza e serenità in quest’annuncio. Essere giusti vuol dire anche aver molti dubbi e tentennamenti, frustrazioni e isolamenti. Se si cerca di essere giusti davanti a Dio e per Lui, prima che per gli altri, le parole dell’angelo sono il balsamo che ogni giusto vorrebbe ricevere: non temere.
Ma perché non dobbiamo temere, specie quando il nostro impegno per la giustizia ha tante difficoltà? Domanda molto difficile. Dalla vicenda di Giuseppe possiamo imparare qualcosa. L’invito a non temere è seguito dal presentare a Giuseppe un progetto più grande di quanto possa lui immaginare. Giuseppe è ora il padre di un Bambino che è generato dallo Spirito Santo, Gesù: colui che infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. In un linguaggio più giovanile e immediato si direbbe che Giuseppe non deve temere perchè la sua storia è più grande di lui – bigger than us, come direbbe la famosa espressione inglese. Ho sempre pensato che questo non sia fonte di coraggio e serenità solo per i credenti in Dio, ma anche per tutti coloro che, animati da tanta forza interiore, hanno combattuto tanto per la giustizia e la pace nel mondo. Sono innumerevoli le testimonianze dei giusti che non hanno temuto perché si sentivano parte di una storia bigger than us.
Potrebbe essere un modo per prepararci al Natale: pensare che gioie e dolori, difficoltà e positività… tutto della nostra vita è inserito in una storia più grande. Quella di Dio con noi, quella di Dio che si fa uomo per esserci più vicino, quella di Dio che ci ama e ci salva. Non è un invito a montarsi la testa: stare nella storia di Dio non vuol dire salire su un palcoscenico o apparire in Tv. Stare nella storia di Dio vuol dire fare quello che ha fatto Giuseppe: conservarsi giusti e meditare sempre per essere sempre più giusti. In attesa che il buon Dio ci confermi la sua via e ci consoli dicendoci: non temere.
Rocco D'Ambrosio