La gratitudine per il corpo, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno:
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. (Lc 1, 39-56).
15.8.2014. Mi ha sempre colpito il fatto che, in alcune parti d'Italia, oggi si scambiassero gli auguri. Non ho mai capito se questa usanza avesse una origine profana - le "ferie augustee" ossia il ferragosto - oppure una cattolica, la festa dell'Assunta.
Comunque sia, qualcosa oggi dovremmo augurarcela e riguarda il nostro transito finale. Il Signore, per singolare privilegio, ha voluto assumere Maria in cielo, in corpo e anima. Facendo ciò ha voluto indicarci la nostra meta: partecipare della gloria del Paradiso, in corpo e anima. È, quindi, una festa un po' difficile da far nostra, per diversi motivi. Tra questi, innanzitutto, il fatto che riflettiamo poco sulla meta finale, cioè il Regno di Dio, e, ancor più, colleghiamo raramente esso alla nostra realtà corporea. In altri termini di Paradiso parliamo poco e non certo per dire che ci andremo anche con il nostro corpo.
La nostra realtà corporea è spesso sottoposta ad estremismi di ogni tipo (eccessi di fatica o di riposo, di cure o di trascuratezza, di attenzioni o di superficialità). Gli estremismi non sono affatto cristiani. Il Signore vuole che compiamo "grandi cose" non solo spirituali ma anche fisiche. Non parlo di fatti eccezionali, ma del semplice dare lode a Lui, vivendo in un'unità armonica di ogni nostra dimensione. Ciò non è mai un dato acquisito ma una meta continua. Il Signore ci salva in tutte le dimensioni fondamentali: fisica, intellettuale ed emotiva. Non solo ci salva in esse, ma desidera che gli rendiamo lode con tutto le nostre forze, fisiche, intellettuali ed emotive.
Forse questo può essere, in un periodo di riposo, un buon motivo per scambiarsi degli auguri: desiderare non solo di essere in salute fisica e morale ma di poter rendere lode a Lui sempre, come Maria, e con tutto se stessi.
Rocco D'Ambrosio