La carità sotto attacco, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri (Gv 13, 31-35).
19 maggio 2019. Qualche giorno fa ho svolto un incontro in una diocesi e, parlando di testimonianza cristiana verso gli ultimi, ho citato il gesto compiuto dal card. Konrad Krajewski, che ha ripristinato la corrente in un palazzo con 450 persone, a Roma. Non avevo ancora finito di riferirmi al fatto, ponendo tutti i distinguo del caso (che ho espresso nel mio pezzo https://www.cercasiunfine.it/meditando/articoli-cuf/tutti-krajewski?_authenticator=33df6acf34392d0f1b08a6b41bf200c10079418a&fbclid=IwAR3BNQ0j3GPFAmDT_hx4CtL80kvIkpnziG9KAdADN4d2VYK9CwfqYQ8B2Ks) che un prete, tra i partecipanti, ha iniziato a inveire contro il cardinale e il suo operato. Ho cercato di calmare il prete, ma non c’è stato verso. Ho detto che bisogna, comunque, riflettere su come noi amiamo gli ultimi, i poveri e i gesti che poniamo per essi. Al che ha urlato che ciò che ha fatto il cardinale “non c’entra niente con l’amore per gli altri”: ha detto così, letteralmente. A questo punto il vescovo, presente all’incontro, mi ha saggiamente chiesto di andare avanti, dopo che lui stesso aveva sottolineato l’assurdità dell’affermazione del prete sul cardinale e l’amore per gli altri. Di toni simili ho letto anche commenti sui social, da parte di cattolici, sul gesto del cardinale.
Mi chiedo: cosa sta succedendo? E’ qualcosa di nuovo? Oppure è sempre esistito, nella Chiesa cattolica italiana e non solo, questo cocktail di razzismo, rifiuto, assurde interpretazioni evangeliche, attacchi a chi opera nella carità e cosi via? Che sta succedendo?
Tra i sentimenti, che questi fatti, suscitano in me è preponderante quello della tristezza. Dovremmo riflettere, pregare e aiutarci ad amare sempre meglio tutti, partendo dagli ultimi e invece inneschiamo assurde e offensive polemiche sui gesti di carità. Poi, in questa domenica e in altri momenti, ascoltiamo Gesù che ci dice: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Ma che senso ha? Quanto scalfisce il cuore e la mente di coloro che, pur facendo la comunione, continuano a essere chiusi agli altri e razzisti irriducibili?
Il comandamento dell’amore, in questo brano, si inserisce in un contesto drammatico. Gesù sta per morire, scomparire dalla vita dei discepoli: vuole rinnovare il loro modo di pensare alla vita di fede (comandamento nuovo) e vuole che la sua opera continui (“da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”). In quest’ottica l’invito ad amarsi gli uni altri non è una questione legata al mi piace - ci riesco - mi viene spontaneo. E‘ una questione di responsabilità. Amare come lui ci amato è il modo per continuare la sua opera: da questo tutti sapranno che siete miei discepoli. La sua missione è stata amare per salvarci; la nostra è amare per annunciare quell’amore operoso.
Non abbiamo la missione di salvare il mondo - che è fin troppo pieno di presunti e dannosi “salvatori della patria” - ma di manifestare al mondo che c’è un amore che lo salva. Un amore che, senza gesti concreti, non ha nessun senso. Un amore che, grazie a Dio, è vivo e operoso nel cuore e nella vita di tanti cristiani sparsi per il mondo. E che non sarà mai messo in crisi da tutti quei pastori e laici che, per un motivo o per un altro, stanno usando la parola di Cristo come una clave per colpire oppositori sociali e politici. Non vinceranno. Semplicemente perché vince l’amore.
Rocco D’Ambrosio